Tamponi antigenici dai veterinari, “tanto siamo tutti mammiferi”. E’ la meno strampalata di quanto si pensi idea del governatore veneto Luca Zaia.
L’idea non è peregrina, anche se Zaia, quello “dei cinesi mangiano i topi vivi”, ha qualche difficoltà ed è forse uno dei meno adatti a spiegarla. “In fondo – dice Zaia – siamo tutti mammiferi, abbiamo tutti sette vertebre cervicali e tutti allattiamo i neonati… Volatili, pesci… anzi no, il delfino è un mammifero e anche il pipistrello”.
Zaia e i tamponi dei veterinari ai mammiferi
Di fronte all’emergenza sanitaria la Regione Veneto è pronta ad arruolare anche i veterinari. I medici degli animali, nell’esercito chiamato a fare i tamponi, i test per scoprire i contagiati da Sars-Cov2. Che la carenza di personale nella lotta alla pandemia sia un problema concreto, quasi drammatico, è noto.
Come abbiamo sentito ripetere, comprare e realizzare macchinari per creare nuove terapie intensive e posti letto in generale è un problema di soldi. Ma serve poi il personale che questi luoghi e questi macchinari faccia funzionare. Per tamponare il problema sono stati richiamati i medici in pensione e sono stati cooptati anche quelli che medici ancora non sono, dovendo finire il loro percorso di formazione.
E allora perché no? Perché non utilizzare – per fare i tamponi e non certo operazioni a cuore aperto – anche i veterinari che una formazione medica hanno e che hanno a che fare solitamente anche con pazienti spesso meno collaborativi degli umani. Zaia l’ha annunciato in conferenza stampa, prendendosi poi le pernacchie e gli sberleffi di molti che l’hanno bollata come una sciocchezza. Ma sciocchezza in realtà non è perché, di fronte all’emergenza, vanno trovate e provate tutte le soluzioni, anche quelle normalmente non prese in considerazione, e poi perché fare un tampone non è un’operazione di alta specializzazione.
Zaia e i topi dei cinesi
Peccato che il promotore dell’iniziativa sia quello stesso che, ad inizio pandemia, spiegò come “l’igiene che ha il nostro popolo, i veneti e i cittadini italiani, la formazione culturale che abbiamo, è quella di farsi la doccia, di lavarsi, di lavarsi spesso le mani, di un regime di pulizia personale particolare. Anche l’alimentazione, le norme identiche, il frigorifero, le date di scadenza degli alimenti… Cosa c’entra? C’entra perché è un fatto culturale. La Cina ha pagato un grande conto di questa epidemia perché comunque li abbiamo visti tutti mangiare i topi vivi o questo genere di cose”.
Scivolosa poi la spiegazione che ha accompagnato l’annuncio fatto da Zaia. “Siamo tutti mammiferi”. Vero, noi come cani e gatti apparteniamo a questa categoria. Anche se i veterinari non hanno tra i loro pazienti solo mammiferi ma anche tartarughe (rettili), canarini e pappagallini (uccelli) e persino qualche pesce rosso. Sul punto Zaia inciampa e farfuglia: tutti mammiferi “che siano volatili, pesci… mh… anzi il delfino è un mammifero, come il pipistrello… per questo lo studiamo tanto”.
Un caso lampante di come un’idea, se non buona almeno valutabile, sia zavorrata e non promossa dalla spiegazione che l’accompagna. Zaia non ha verosimilmente una preparazione scientifica e sulla catalogazione degli essere viventi avrà fatto penare i suoi insegnanti ma, come scrive Gramellini, “Mi sono fatto governare per un anno da Toninelli, vi pare che non mi lascerei fare un tampone dal medico del mio cagnolino?”. (Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev)