Antonio Buttazzo

Profughi di guerra in Ucraina, in suv con euro e carte di credito, sono filo russi ma stanno meglio a Leopoli

Profughi di guerra in Ucraina, non esiste solo un esodo dall’est e dal sud verso Leopoli. Certo, la maggior parte dei tanti arrivati a Leopoli sono scappati in fretta e furia dall’oriente aggredito.

E lo hanno fatto con le poche cose che avevano addosso. Ma c’è anche chi a Leopoli ci è arrivato con i Suv della Mercedes o della Porshe.

Si vedono poco in giro, alloggiano negli alberghi di lusso, vestono griffati, si accompagnano a donne bellissime quanto vistose. Vengono dal Donbass, si, proprio lì dove è concentrato il fronte più esteso del conflitto.

Ma non hanno l’aspetto dei profughi.

Sono russofoni e quasi sempre russofili, come lo sono in tanti da quelle parti, ma probabilmente non si fidano tanto dei loro “liberatori” russi e hanno pensato bene di spostare uffici e soldi verso occidente, lontano dalla guerra.

Poi sono voluti venire personalmente anche loro. E sono arrivati piuttosto in fretta, senza utilizzare treni pericolosi e scomodi o montare su lenti e scassatissimi autobus.

Con una macchina di lusso e una scorta personale si fa prima, anche se c’è la guerra.

Sono industriali, banchieri, ma anche medici, ingegneri, avvocati che guadagnano in rubli ma spendono in Euro e in dollari.

Detestano gli europei e gli americani ma non la loro valuta, di cui si fidano un po’ di più rispetto a quella già da ora in corso nelle autoproclamate “libere repubbliche” di Donetsk e Lugansk.

E di dollari ed euro ne hanno tanti loro.

Sono quelli che hanno sempre usato poco la grivnia, la valuta ucraina, preferiscono usare i dollari per i loro acquisti durevoli e di alta qualità.

E poi neanche la vedono la moneta.

Non sono più i buffi e bizzarri personaggi che sciamavano nei locali di tutta Europa con i rotoli di banconote che uscivano dalle tasche dei pantaloni larghi per i loro culi enormi.

Adesso vestono Armani e nelle tasche hanno griffati portafogli al cui interno sono stipate decine di carte di credito che, a differenza di quelli come loro oltre il confine orientale, possono tranquillamente ancora utilizzare.

Non gli interessa sapere che la benzina costa oramai due euro al litro o che in quattro mesi il costo della vita è aumentato del 20 % e la moneta ucraina si è svalutata del 30%, l’inflazione è alle stelle e i servizi pubblici, soprattutto quelli sanitari, sono al collasso.

Non è un loro problema.

Pensano di essere invisibili a Leopoli, ma non lo sono, i loro nuovi concittadini oramai li conoscono.

E non apprezzano chi comodamente viaggia  dall’est verso ovest quando, da ovest verso est, si continua ad andare con le tradotte militari.

Senza avere la certezza di tornare.

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Marco Benedetto