Li chiamano finanziamenti “comunitari” quelli concessi a Radio Maria, ma con la UE non hanno nulla a che spartire.
Si tratta di nostro denaro pubblico, destinato a finanziare emittenti senza fini di lucro (sic!), sovvenzioni previste da una legge del 1998 per “aiutare” emittenti presenti su tutto il territorio nazionale, con vaghi fini detti “comunitari”, di cui beneficia anche Radio Padania, nonostante trasmetta solo in 9 regioni d’Italia e che pertanto non avrebbe il requisito previsto dalla Legge.
Della qual cosa, Salvini non pare lamentarsi.
L’aspetto grottesco è comunque un altro.
Delle due emittenti infatti una è quella piu ferocemente antistatalista, l’altra, quella ispirata alla Santa Vergine, è talmente schierata contro le leggi promulgate dallo Stato (quando non rispondono ai loro interessi) da imbarazzare persino gli alti papaveri del Vaticano.
Che poi sono gli stessi per conto dei quali la Radio opera sin dalla sua istituzione.
Si tratta dunque di capire, se persista un interesse a regalare denaro a chi lo utilizza per perseguire campagne ideologiche che francamente nulla hanno a che fare con il fine pubblico.
Sostenitori della Padania Libera, adoratori del Dio Po, conventicole lagnose, Lobbies interessate alla deriva confessionale dello Stato, se vogliono si costituiscano in Club, circoli parrocchiali o associazioni dopolavoristiche e se ci tengono, afflitti come sono dalle loro ansie di divulgazione, fondino pure emittenti radiotelevisive da dove trasmettere i loro sermoni sulle “divinità’ padane”, sui terremoti “castighi di Dio” e altre amenità del genere.
Ma mettano mano al loro portafoglio e non a quello di noi tutti.
Il denaro pubblico va destinato a fini pubblici e non utilizzato per sbeffeggiare le leggi dello Stato legittimamente approvate dal Parlamento.
Si recupererebbero cosi risorse che potrebbero essere destinate a fini piu utili che non a finanziare gli sproloqui di padri domenicani millenaristi.