Cancellieri si dimetta. Aiutare l’amico Ligresti è bello ma vale la poltrona

Anna Maria Cancellieri. Bello aiutare un amico, ma il ministro della Giustizia non può

Certo per Enrico Letta e il suo governo sarebbe un bel problema. E, forse, per l’interesse del Paese non sarebbe neanche una bella trovata il rimpasto. Rimane però il fatto che il “gesto umanitario” del ministro Annamaria Cancellieri verso Giulia Ligresti non è faccenda di poco peso. Può il ministro della Giustizia, nell’esercizio delle sue funzioni, aiutare un’amica che patisce il carcere in condizioni di salute precarie? L’interrogativo ha più risposte, in teoria. Dipende dai punti di vista.

Fare un favore a un amico è sempre un bel gesto, che merita rispetto. Farlo nel ruolo di ministro lascia qualche perplessità. Farlo a un amico datore di lavoro del figlio aumenta le perplessità. Naturalmente, l’occasione è ghiotta per i moralisti da una parte e per i realisti dall’altra.

La sinistra chiede spiegazioni, i grillini chiedono le dimissioni, la destra la difende.

Il premier teme per la tenuta delle larghe intese, Silvio Berlusconi spera che salti il tavolo senza che sia lui a fare la mossa decisiva. Il caso è aperto, e questo non sfugge a nessuno. Né mancano i minimizzatori trasversali: che volete che sia una telefonata umanitaria, dopo che nella scorsa legislatura il Parlamento ha deciso che Ruby Rubacuori era la nipotina di Murarak?

Ora si può capire che il ministro abbia fatto a caldo un gesto di amicizia verso gli amici Ligresti. Ma si devono capire anche le perplessità che quel gesto ha suscitato. Si può comprendere la generosità, non per forza interessata, della Cancellieri.

Ma forse è anche giusto aspettarsi che lei, la ministra, prenda atto di aver fatto un’azione non consona al suo ruolo e tragga le conseguenze.

In fondo, l’amicizia può valere più di una poltrona nel governo. Un vero amico può valere un sacrificio. A questa condizione, la signora Cancellieri difenderà la propria immagine e ne rafforzerà l’aspetto umano e umanitario..

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Marco Benedetto