Beppe Grillo riparte, anzi continua, con la sua politica da ducetto che compila liste di proscrizione: lui, i giornalisti, li vuole bravi e buoni, li vuole servizievoli. Ora è anche probabile che, qualche volta, i giornalisti esagerino senza motivo, ma non è questo il caso. Pensa, Grillo, che se l’olio di ricino aiuta, è sempre prudente tenerne pronta una bottiglietta da un quarto. Il suo blog fa il giro del mondo, poi sparisce. Nascondere la mano dopo il lancio della minaccia fa ancora più scena.
- Ma Beppe Grillo rimane pur sempre un dilettante rispetto al grande Silvio Berlusconi, decaduto dal seggio si senatore, ma non dal resto. Berlusconi, visti gli attacchi del ducetto genovese contro Giorgio Napolitano, ha fatto un sogno: cacciare il presidente della Repubblica, unendo Forza Italia a Forza Grillo. Tutti insieme, in un grande abbraccio, che però non potrà avere due Capi. L’inventore del predellino considera Grillo un utile compagno di strada, ma certo non si metterà sotto la sua cappella, scherziamo? Berlusconi è Berlusconi e non ci sono paragoni.
Al massimo, il Cavaliere può accettare un paragone con Nelson Mandela, vista la circostanza del lutto globale per il vecchio eroe del Sudafrica. E lui, l’Unto del Signore, ci mette un attimo a cavalcare il dolore del mondo. “In Sudafrica sì che l’anno fatta la pacificazione”, dice con viso impostato e compunto. E’ vero, il Sudafrica si è pacificato con uno che aveva scontato una vita in carcere. Quelli sono paesi seri, non l’Italia che manda il suo Eroe ai servizi sociali e lo caccia dal Parlamento.
Berlusconi è fantastico, non c’è che dire. Dopo la sua famiglia perseguitata come gli ebrei sotto Hitler, adesso ci prova con Mandela. Peccato che il libro natalizio di Bruno Vespa sia già uscito. Per quanto si può sempre aggiornare con una ristampa!