
Pasqua di Coronavirus a Pescara, via dal mare, senza agnello (foto Ansa)
ROMA โ Coronavirus. Un folle atleta solitario corre in riva al mare braccato dalla polizia.
Il video fa il giro del mondo. Chi si indigna e chi la mette in risata. Una bravata da deficienti.
Il sindaco di Pescara, la mia cittร di adozione e di esilio, ha emesso una ordinanza in aggiunta alle disposizioni del governo sulla santa Pasqua agli arresti domiciliari.
Eโ fatto divieto assoluto di avvicinarsi al mare per tutto il tratto di riviera e di spiaggia, poco meno di venti chilometri. Chi si preparava alla furbata di Pasquetta รจ servito.
E anche chi ciancia al golpe contro le libertร democratiche. Lunedรฌ sera faremo il conto degli idioti e dei libertari a costo della vita degli altri. Non credo saranno molti, nonostante il diritto ad alzare il gomito per celebrare la resurrezione di Nostro Signore.
Gli scienziati di buon senso dicono che si tratta di esagerazioni, che il virus allโaperto non ha spazio per fare danni. Ci credo, ma conosco anche il piacere dellโuomo che esagera nella trasgressione, nel piacere di farsi male.
Tocca dunque sacrificarsi per il bene comune, e lo farรฒ assai volentieri.
Ancora piรน convinto dalle immagini del deserto di sabbia con rare casette minuscole, una goduria surreale che sembra dipinta da De Chirico.
Questo รจ il mare che piace a me, non la selva di ombrelloni, di tribรน vocianti, di panini unti e di gelati da catena di montaggio.
Di estate giro alla larga, lโinverno รจ il mio mare. Starรฒ in casa con mia moglie e il cane. Faremo il pranzo di Pasqua, che non sarร diverso da quello quotidiano del Coronavirus.
Carne no. Non ho nessuna voglia di fare la coda alla macelleria e poi la strage degli agnelli mi fa impressione.
Faremo il sacrilegio di non mangiare agnello nella terra dei pastori di dโAnnunzio. Senza agnello o capretto, non รจ Pasqua, ma anche con tanti morti da Coronavirus non รจ Pasqua.
Non che la mia โpenitenzaโ possa giovare a qualcosa, meno di una goccia nel mare, certo, ma sarร il mio modo di pregare. In attesa che arrivi la Pasqua vera, il nostro passaggio in questo Mar Rosso di quotidiana sventura.
La Pasqua sarร da festeggiare quando i nostri scienziati ci avranno capito qualcosa, le nostre mascherine saranno superflue, respirare non sarร pericoloso, quando le nostre vite torneranno alla normalitร .
Ma ci sarร di nuovo una normalitร come lโabbiamo conosciuta prima della Bestia?