Ma il Patna non affonda, Jim e il comandante vengono processati e il giovane marinaio sconterĂ l’onta di questo episodio in tutto il resto della sua vita. CercherĂ di rifarsi una vita spingendosi fino ad un isole in Estremo Oriente, Patusan, dove verrĂ ribattezzato dagli indigeni “Lord Jim” non perchĂ© nobile ma perchĂ© considerato una specie di eroe dopo essersi distinto in vari atti di coraggio. E anche perchĂ© per la vergogna del suo passato l’uomo non svela a nessuno il proprio cognome. La sua nuova vita dura fino a quando i pirati non attaccano l’isola e per colpa di una scelta di Lord Jim il figlio del monarca viene ucciso dal capo dei corsari. Allora il re di Patusan gli offre di andarsene con i pirati per salvare la pelle o di restare sull’isola ed essere giustiziato. Lord Jim preferisce la morte a un nuovo marchio d’infamia e solo così placa i dĂ©moni che lo hanno accompagnato per tutta la vita.
“Lord Jim siamo tutti noi”, il primo ad avvertirci è Conrad: Lord Jim è solo un giovane uomo che vuole capire chi è. La sua domanda la fa al mare. Lui vorrebbe sentirsi dire: “Sei un eroe”, invece le onde gli rispondono: “Sei un codardo”. Ma Conrad aveva giĂ dato un qualche avvertimento nelle prime pagine del romanzo:
DiventĂ² ancora molto giovane primo ufficiale senza che fosse stato messo una volta alla prova da quegli eventi del mare
che mostrano in piena luce il vero valore di un uomo, lo spessore del suo carattere, la solidità della sua tempra. Che rivelano la sua capacità di resistenza e la segreta verità oltre le apparenze non solo agli altri, ma anche a lui stesso.
Neanche Schettino probabilmente aveva mai pensato di ritrovarsi in stato confusionale sugli scogli del Giglio, con la sua nave che cola a picco e lui tremante al telefono con la madre ottantenne, alle 5 del mattino: “Stai tranquilla, ho cercato di salvare i passeggeri…”. Enorme e insopportabile il peso di quel mostro del mare che affonda per una manovra azzardata ma frequente: “l’inchino”, il saluto della sirena delle navi da crociera agli abitanti a terra. Un’usanza ben raccontata dalla scena del Rex in Amarcord di Federico Fellini. Una manovra che di solito si fa tenendosi a un miglio dalla costa, non a 150 metri.
Eppure il comandante Schettino, se non venissero confermate le voci dei passeggeri che lo davano in compagnia di una donna al bar, sarebbe anche riuscito a evitare un disastro peggiore: ancorando la “Concordia” ha evitato che affondasse dove il fondale era piĂ¹ profondo, e a pochi metri dal punto dove i soccorritori hanno trovato la nave c’era uno scalino di roccia che precipitava in un “burrone” di 70 metri.
