Poi perĂ², il panico e la fuga. Altri comandanti divennero famosi per scelte opposte, come Edward John Smith, al timone del Titanic, che preferì morire pur di non abbandonare il transatlantico andato a sbattere contro un iceberg (il suo corpo non fu mai ritrovato). O come Piero Calamai, alla guida dell’Andrea Doria, rotta Genova-New York, affondato il 26 luglio 1956 al largo delle coste americane dopo la collisione con la nave Stockholm (46 vittime). Cadde in piedi: furono i suoi uomini a costringerlo a lasciare l’imbarcazione, lui era rimasto da solo a bordo rifiutando di mettersi in salvo.
Amaro ricordare a Schettino, che ora si trova in carcere sorvegliato a vista dai secondini e assistito da uno psicologo, le sue parole in un’intervista di due anni fa a una rivista ceca: “Non vorrei essere nel ruolo del comandante del Titanic, obbligato a navigare nell’oceano tra gli iceberg”. “Penso perĂ², che grazie alla preparazione si possa governare qualsiasi situazione e prevenire qualsiasi problema”. “La sicurezza dei passeggeri prima di tutto”. “Forse non considerata abbastanza prima della fatidica manovra”. “Per fortuna la gente dimentica presto le tragedie. Ăˆ come per le catastrofi aeree. La gente pensa che a loro non potrĂ accadere”.  “Sulla nave deve regnare una disciplina quasi militare: se si crea una situazione difficile, il comandante dovrĂ avere tutto sotto controllo . Ed esser lĂ dove necessario”.
Quasi oltraggioso ripescare il video datato settembre 2005, quello del varo della “Concordia”, in cui la bottiglia non si rompe, da sempre sintomo di jella marinara. Certo è la Costa Crociere lo ha quasi scaricato, nel comunicato ufficiale, salvo poi dire che “aveva fatto il suo”:
“Il comandante Schettino, che era al comando di Costa Concordia, è entrato in Costa nel 2002 come ufficiale responsabile della sicurezza e promosso comandante nel 2006, dopo essere stato comandante in seconda. Come tutti i comandanti della flotta egli ha partecipato ad un continuo programma di aggiornamento e addestramento ed ha superato positivamente tutte le verifiche di idoneitĂ previste. Sembra che il comandante abbia commesso errori di giudizio che hanno avuto gravissime conseguenze: la rotta seguita dalla nave è risultata troppo vicina alla costa, e sembra che le sue decisioni nella gestione dell’emergenza non abbiano seguito le procedure di Costa che sono in linea e, in alcuni casi vanno oltre, gli standard internazionali”.
Ma insomma, prima che la magistratura di Grosseto ne decida le sue responsabilitĂ penali, Twitter, il social network da 140 caratteri, ha giĂ decretato che Schettino è Lord Jim. Lo scrittore Sandrone Dazieri ammonisce: ai misuratori del coraggio altrui consiglio la riscoperta di Lord Jim. “Egli era uno di noi”. Utenti spagnoli scrivono: Lord Jim, traducido al italiano? Gli fanno eco dalla Francia: Une histoire digne de Lord Jim de Conrad. Ma l’epitaffio sulla vicenda, il tweet definitivo è quello dell’autrice di satira, ex Cuore, Lia Celi: Il comandante della Concordia, ovvero Lord Jim rivisto da Dino Risi.
