ROMA – Renata Polverini e Claudio Lotito. La governatrice dimissionaria della Regione Lazio e il presidente della Lazio. Una chiacchierata fitta, durata quasi mezz’ora, nei saloni di Palazzo Valentini, sede della Provincia e della prefettura di Roma. Alla fine Polverini, a chi le domanda se avesse istruito un futuro candidato alla presidenza della Regione, ha risposto scherzando: “Certamente, abbiamo parlato di quello”.
Insomma stiamo parlando di un Claudio Lotito salvatore di una squadra in bancarotta, il centrodestra, e sfidante di Nicola Zingaretti alle prossime elezioni? Ad alcuni farà ridere, sicuramente a Lotito no, anche perché l’uomo è al di sopra di ogni sospetto di autoironia. E anche abbastanza impermeabile alle critiche: otto anni e mezzo da presidente della Lazio (la squadra, non ancora la Regione) lo hanno temprato.
Il candidando si era così presentato qualche giorno fa:
“Il Paese è in sofferenza e se dovessero chiedermi di fare un passo avanti per sostenere il sistema o accelerare il progetto di cambiamento, valuterei l’opportunità . Non mi voglio candidare, ma se c’è una progettualità seria non vedo perché non dovrei rendermi disponibile. Lo feci già qualche anno fa per la Lazio e sono riuscito a risanarne i conti. Insomma, l’esperienza non mi manca”.
Per la Lazio ieri, per il Lazio oggi. I giallorossi romanisti e i “rossi” del centrosinistra sono avvertiti. Il suo programma lo ha presentato facendosi intervistare da un giornale con il quale ha più confidenza: Il Corriere. Dello Sport, ovviamente. Il verbo “lotitino” mescola il registro comico e quello alto come nella migliore tradizione della grande letteratura romanza (non romanista).
Renata Polverini in campagna elettorale sulla balaustra della Curva Nord della Lazio (LaPresse)Le premesse sono classicheggianti: “Ragiono nell’ottica della polis“, per dire che “non ho conflitto di interessi”. Concreto e vernacolare quando parla di tagli di bilancio: “Se fai tagli orizzontali e non verticali hai dimostrato di non avere sensibilità politica. Chi coglio, coglio“. Evangelico quando usa immagini d’abbazia per evocare anni di austerity laziale: “Bisogna accompagnare la politica con l’esempio: se chiedessi sacrifici, sarei il primo a mettermi il saio e a mangiare pane e acqua”.
Riuscirà il caporale Lotito a riprendere sotto il suo comando un esercito con la fanteria in disarmo e pieno di generali che litigano?
Dovrà convincere ras nazionali e locali come Gianni Alemanno, Fabrizio Cicchitto,  Antonio Tajani, Giorgia Meloni, Andrea Augello, Fabio Rampelli, Gianfranco Sammarco, Sveva Belviso… e poi far desistere il redivivo Francesco Storace. Tutta gente che finora, dall’inizio della crisi in Regione, si è dimostrata indecisa a tutto. Ma rischia di restare in panchina, a vedere Lotito giocarsela con la maglia da titolare. Allenatore Renata Polverini.