Un autorevole sondaggio sul lessico degli italiani rivela che al comando delle parole di maggior successo ci sono l’energia pulita ed il bene comune. Al contrario, tra quelle che è meglio non pronunciare per evitare reazioni negative da parte di chi ci circonda, figurano ostentazione ed apparire. Quanto basta per delimitare con chiarezza il territorio all’interno del quale si svilupperà con ogni probabilità l’auto del futuro. Il nuovo dizionario degli italiani che emerge da questa ricerca suona infatti come la defintiva certificazione dei valori dell’auto elettrica. E sottolinea la lungimiranza di quei costruttori che hanno investito in questo settore anche a costo di essere considerati inguaribili sognatori, impegnati in una fuga in avanti destinata a concludersi in un disastro economico.
Perché se è vero che si tratta di una tecnologia largamente immatura, soprattutto per quello che riguarda la infrastruttura di servizio, dalle colonnine di servizio alle strutture di assistenza, è altrettanto vero che un impegno nella diffusione della trazione elettrica comporta benefici di immagine tutt’altro che trascurabili e, quello che più conta, sfruttabili commercialmente in tempi brevi. L’obiettivo imediato, infatti, è quello di recuperare il consenso da parte delle generazioni più giovani che sempre più spesso voltano le spalle all’auto tradizionale, valutando che le controindicazioni all’uso siano ormai largamente superiori ai vantaggi.
Ma il passaggio all’elettrico implica una vera e propria rivoluzione rispetto a quei valori, in larga parte emotivi che sono tutt’ora alla base del successo dell’auto. In questo senso il declino di valori quali l’ostentazione e la voglia di apparire spiana la strada a veicoli nei quali la componente razionale è di gran lunga prevalente rispetto a quella passionale. Velocità e potenza non saranno più i principali parametri di scelta, sostituiti da quelli relativi all’azzeramento delle emissioni locali ed alla economicità dell’uso. Ma nonostante tutto il piacere dell’ostentazione legato all’auto intesa come estensione e valorizzazione della propria personalità, non è destinato a svanire.
Al contrario è possibile che venga addirittura rivalutata nel momento in cui sarà in grado di comunicare sentimenti condivisi sostituendo così l’invidia con l’ammirazione. Il possesso di una auto elettrica o, più realisticamente, almeno per il momento, di quella ibrida sono la testimonianza di una predisposizione del suo utente alla esplorazione di un futuro negato alla massa e suscettibile di generare una forma di ammirazione positiva. Esploratori di futuro e non prevaricatori della strada. Perché un altro dei valori aggiunti generati dall’uso dell’auto elettrica potrebbe essere un radicale mutamento nello stile di guida: condizionato, ma in positivo, dalle caratteristiche stesse del veicolo.
La convivenza di forti accelerazioni e di basse velocità massime, la potenza disponibile relativamente ridotta, spinge necessariamente ad una guida più fluida, privata com’è dagli attuali eccessi dovuti alle forti differenze prestazionali tra un veicolo e l’altro. E così gli utenti dell’auto elettrica potrebbero dare il via ad una casta di “gentiluomini della strada”capace di influire, con un credibile esempio, sulla qualità della circolazione.
