
Bugie (e anche di più) a mezzo stampa (Foto d'archivio Ansa)
“Altra tegola su AstraZeneca: contagi aumentano prima settimana dopo il vaccino“. Lo si legge, purtroppo, su un quotidiano di Roma. Scritta così dice che AstraZeneca ti fa pure ammalare. E’ una bugia (anche di più) a mezzo stampa. Hanno rilevato in Gran Bretagna che i vaccinati, con tutti i vaccini, o almeno alcuni vaccinati subito abbandonano mascherine e distanze. E, siccome nella prima settimana dopo l vaccino, qualunque vaccino, nessuno è immunizzato ancora, ecco che comportandosi da immuni mentre ancora non lo sono, qualcuno di loro si contagia.
E’ un comportamento sociale quello rilevato dagli studi, i vaccini e l’immunologia non c’entrano nulla. Ma il quotidiano non sta tanto a distinguere, anzi è francamente disinteressato a sapere come e perché e cosa pubblica. Finisce quindi per confezionare una perfetta bugia a mezzo stampa: quella che un vaccino non solo discusso sia anche inutile, anzi faccia aumentare i contagi.
In tempi non distratti e immemori ce ne sarebbe per la diffusione di notizie nocive alla pubblica salute. Ma non c’è solo la bugia, c’è di più. Alla per lui/lei evidentemente nuova e intollerabile circostanza per cui l’organismo umano ci mette giorni e settimane a sviluppare anti corpi, alla ovvia e nota (ma non a lui/lei che scrive) conseguenza pratica per cui non sei immunologicamente vaccinato un minuto dopo l’iniezione, alla notizia (anch’essa nota ma evidentemente non assimilata dal nostro lui/lei) che anche dopo il vaccino per qualche settimana distanziamento e mascherina e mani lavate di frequente, cosa pensa e purtroppo scrive il/la nostro/a arguto/a informatore. Scrive, letterale: “Se questa è la prospettiva…”.
E lascia i puntini sospensivi a completare la frase, puntini che ammiccano a un finale di frase così: se questa è la prospettiva, allora che ci si vaccina a fare?. Ecco, una cosa così non è solo una bugia a mezzo stampa, è qualcosa di più, di più e di molto peggio.