ROMA – E’ chiaro che al Prof. Perotti piace più il tagliaboschi dell’orologiaio. Nell’e-book pubblicato il 25 luglio sulla voce.info afferma esplicitamente: “quando serve l’accetta, usare il cesello può essere pericoloso, perché può generare l’illusione che si stia risolvendo il problema”. L’immagine lo convince molto perché l’autore, qualche periodo più avanti, ci ritorna. “Perché questo accada (riduzione permanente della spesa, ndr), bisogna usare l’accetta”; “ma la Camera ha usato il cesello”.
Chi scrive all’accetta preferisce il cesello, il monocolo e il piccolo cacciavite dell’orologiaio. In altre parole, penso che un lavoro fine sia il solo capace di ridurre in modo stabile la spesa pubblica, sintesi di decisioni stratificate nel tempo. Con l’accetta si ottiene in genere l’effetto dell’elefante nella cristalleria, com’è accaduto, per richiamare un esempio recente, con i cosiddetti “esodati”.
Anche per questo, intervenendo sulla polemica sviluppatasi nel novembre 2013 sul tema, avevo suggerito un approccio sereno, basato sull’analisi dei dati micro più che su quelli macro, attraverso un confronto omogeneo. I botta e risposta di fine luglio 2014, a valle della approvazione del bilancio consuntivo 2013, sembrano non volere scendere su questo terreno. E, se dovessi anticipare un giudizio sintetico, direi, per restare nella metafora, che “chi di accetta ferisce, di accetta perisce”.
Ripartiamo dall’inizio. Verso la fine del 2013 si è sviluppata una forte polemica sulle spese della camera dei deputati. Da un lato la presidente Boldrini ha sostenuto pubblicamente che, “mai prima d’ora è stato messo in atto un programma così consistente di cambiamento e di riduzione della spesa”. Dall’altro, il Prof. Perotti ha risposto, dalle “colonne” autorevoli de LaVoce.info, contestando l’affermazione e chiedendo spiegazioni. La polemica si è dipanata su un articolato botta e risposta, che è stato ricostruito ampiamente dai mezzi d’informazione (vedi, per tutti, http://www.giornalettismo.com/archives/1208049/ma-quanto-ti-costa-davvero-la-camera/ ). I toni, allora come ora, sicuramente risentono del particolare momento, che non inquadra in una buona luce ciò che è, in qualche modo, collegato alla politica. E questo pregiudizio, pur comprensibile, non ha consentito finora di affrontare questi temi in modo sereno.
Nel tentativo di separare il grano dal loglio, vorrei fornire qualche elemento di chiarezza sul confronto dei dati contabili, fondando l’analisi su informazioni omogenee e indicative (i pagamenti totali). Anch’io allego all’articolo, per consentire verifiche e raffronti, la tabella excel con i dati elementari. Dall’analisi svolta, anticipando i risultati, si evince che alla Camera, obiettivamente, un’azione di consistente contenimento della spesa è stata compiuta negli ultimi anni (e, segnatamente, tra il 2012 e il 2013).
Ciò non toglie, com’è stato rilevato, che il costo del parlamento italiano presenti, rispetto ad altri paesi, livelli maggiori (anche per l’elevato numero dei rappresentanti che, non a caso, la riforma in discussione riduce significativamente), oppure che, andando indietro nel tempo (all’inizio degli anni 2000), si registri un trend sensibilmente crescente. Ciononostante, nel periodo recente, si è verificata un’inequivocabile e robusta inversione di tendenza.
L’esercizio che si propone è stato realizzato analizzando i dati dei bilanci consuntivi della Camera dal 2007 al 2013 integrati, per le previsioni 2014 -2016, dal bilancio pluriennale relativo al prossimo triennio. Il periodo prescelto è sufficiente ampio e parte dall’anno precedente la grande crisi finanziaria, che ha impresso una forte discontinuità all’azione degli operatori e, tra questi, alla pubblica amministrazione.
L’approccio è stato quello di utilizzare documenti contabili omogenei (i consuntivi) e confrontare variabili finanziarie comparabili (la massa spendibile definitiva, MSD, gli impegni di spesa totali, IT, i pagamenti totali, PT). Per questo le considerazioni sulle proiezioni del triennio 2014 – 2016, riferite agli stanziamenti di competenza, sono state utilizzate solo per considerare gli andamenti tendenziali. Il tasso di convenzionalità dei documenti contabili rischia, infatti, di fornire indicazioni fuorvianti, se si confrontano documenti tra loro diversi.
Analoga confusione produce la costruzione di aggregati ad hoc, come fa il Prof. Perotti nell’ultimo articolo. Il cosiddetto “costo netto” della camera è calcolato mescolando elementi della spesa e dell’entrata. Ciò impedisce, di là da ogni altra considerazione sistematica, il confronto con l’andamento della spesa della pubblica amministrazione, necessario per una valutazione comparativa.
L’altro elemento metodologico utilizzato è stato quello di esaminare, per quanto possibile, programmi di spesa non eccessivamente aggregati, al fine di evidenziare lo sforzo organizzativo attivato nella politica di contenimento dei costi, nella convinzione che la fissazione esogena di target di riduzione della spesa a livello aggregato non rappresenta il metodo più indicato per migliorare l’efficienza nella produzione di beni e servizi pubblici, anche se può essere giustificata dall’esigenza di rispettare equilibri generali di bilancio. Una vera spending review si addice, in altre parole, più al lavoro fine dell’orologiaio che a quello massiccio del tagliaboschi. E forse, su questo punto, con il Prof. Perotti, abbiamo opinioni differenti.
Un approccio bottom-up non impedisce un confronto complessivo. La spesa corrente totale, come si evince dalla tabella, mostra un andamento costante in termini nominali, a fronte di un incremento, per lo stesso periodo, di undici punti della spesa primaria complessiva delle pubbliche amministrazioni.
Fatto 100 la spesa primaria delle PA nel 2007 la tabella mostra una crescita fino al 2009 e una successiva stabilizzazione nel periodo seguente. Lo stesso profilo, con intensità minore, mostra la colonna del bilancio della camera (sono stati considerati i pagamenti il cui andamento peraltro non si discosta dalle altre variabili considerate). La differenza tra gli andamenti si riscontra nell’ultimo biennio, in cui le uscite del bilancio della camera flettono significativamente, riportandosi al valore d’inizio periodo.
Il flusso dei pagamenti, che raggiunge il picco nel 2011, con 1.022 milioni, scende significativamente nel biennio seguente (998 nel 2012 e 973 nel 2013), contraendosi di cinquanta milioni. Il flusso degli impegni mostra analogo andamento: il picco è raggiunto nel 2010 e, dall’anno seguente, inizia la flessione (da 1.085 a 1.046 milioni). Il profilo delle previsioni per il triennio 2014 – 2016 presenta quindi, anche alla luce dell’analisi di dettaglio, ampie possibilità di essere rideterminato in coerenza con il profilo dei pagamenti, rendendo strutturale la riduzione realizzata, del 5 per cento.
Tra la massa spendibile definitiva del 2013 e quella preventiva degli anni seguenti c’è un gradino rilevante. Dal picco del 2011 le tre variabili decrescono, nel successivo biennio, dello stesso ordine di grandezza. Dal confronto con la spesa primaria aggregata emerge una costanza in termini nominali a fronte di una crescita di dieci punti. Sono segnali evidenti e concordanti di un’azione di revisione significativa, che si mostra a livello aggregato ed è confermata dall’analisi di dettaglio. L’analisi aggregata è congruente con la riduzione della spesa, iscritta nel bilancio dello Stato, relativa al trasferimento agli organi costituzionali, che registra una riduzione strutturale della quota Camera, pari a cinquanta milioni; e, con la riduzione della spesa di funzionamento, segnalata nella replica del collegio dei questori al Prof. Perotti, di 32,7 milioni tra il 2012 e il 2013 e di 17,7 milioni tra il 2013 e il 2014.
Veniamo ora al dettaglio, dove si possono osservare gli andamenti più interessanti. Le voci della spesa corrente prese in esame spiegano, con riferimento alle tre variabili considerate, oltre il 90 per cento della spesa corrente (circa 900 milioni in termini di pagamenti complessivi).
Si tratta di trentuno voci di spesa, elencate nella tabella, che coprono l’intero spettro delle attività ricorrenti della Camera: per quattordici voci si registra una forte contrazione della spesa, cioè una flessione dei pagamenti superiore al 20 per cento, confermata dall’andamento delle altre variabili; per sette voci una diminuzione, cioè una flessione dei pagamenti superiore al 5 per cento e inferiore al 20 per cento, confermata dalla contrazione delle altre variabili; per sette voci, infine, un andamento stabile, cioè un andamento sostanzialmente invariato dei pagamenti; una sola voce, quella che si riferisce alle pensioni dei dipendenti presenta, un andamento crescente, dovuto all’incremento del numero dei beneficiari1, significativamente cresciuto in questi ultimi anni2.
Delle voci di spesa riepilogate nella precedente tabella, si fornisce una prima spiegazione osservando i dati di bilancio. Il passo successivo, per una proficua spending review, dovrebbe consistere: nell’analisi dei processi organizzativi sottostanti; nell’individuazione delle innovazioni che hanno consentito una migliore gestione delle risorse; nell’enucleazione di metodologie e buone pratiche da estendere ad altri procedimenti di spesa; nella distinzione tra il risparmio indotto da un miglioramento dell’efficienza e quello connesso alla riduzione di prestazioni, ritenute non indispensabili per il conseguimento della missione istituzionale. In questo modo, avvalendosi degli strumenti ormai consolidati per la gestione di una contabilità economica, la spesa potrà essere posta stabilmente sotto controllo e l’orologiaio, con il suo lavoro fine, potrà contribuire anche al conseguimento dell’equilibrio generale, senza compromettere funzioni ritenute rilevanti.
Le quattordici voci che presentano una forte diminuzione.
Spese conseguenti a dispositivi giurisdizionali, lodi arbitrali e transazioni (spese legali). La voce presenta un andamento particolare, legato alla sua natura. E’ comunque evidente la progressiva riduzione delle risorse destinate che, nel triennio 2014 – 2016, si attestano sui 450.000 euro annui. MSD e IT si riducono nel periodo di 60 punti.
Servizi vari di stampa. Le spese per questa voce sono radicalmente ridotte. I pagamenti del 2013 registrano un minimo, che potrebbe essere superato nel 2014 (153 mila euro a fronte di 540 mila euro di stanziamenti di competenza nel 2014). In ogni caso, come mostrano MSD e IT, è stata realizzata una riduzione di spesa superiore al 50 per cento.
Contributi vari. Drasticamente ridotti i contributi vari (di oltre 80 punti). Il gradino avviene nel 2013 rispetto all’anno precedente, dopo la flessione più contenuta degli anni precedenti. Il dato appare strutturale se si osservano le previsioni 2014 – 2016, in flessione fino ai 65.000 euro del 2016.
Spese postali. I pagamenti per le spese postali mostrano una riduzione di 70 punti, anche se l’andamento presenta una certa variabilità (nel 2011 si interrompe la flessione, che riprende nel biennio successivo (nel 2013 i pagamenti raggiungono il minimo di 219 mila euro). L’andamento della MSD e degli IT, che crescono sia nel 2012 sia nel 2013, prefigura una crescita dei pagamenti nel 2014 rispetto all’anno precedente. In ogni caso la tendenza alla riduzione appare consolidata, come mostrano le previsioni 2014 – 2016, che si attestano a 550 mila euro.
Spese per commissioni bicamerali, d’inchiesta, giunte, ecc. (commissioni bicamerali). Le spese per commissioni speciali presentano un andamento oscillante, determinato dalla formazione di consistenti residui. Il valore medio dei pagamenti si attesta, nel periodo, su circa 900 mila euro annui. Il dato appare confermato dalle previsioni 2014 – 2016, che sono intorno al milione di euro annuo. Il 2013 mostra un punto di minimo, con una rilevante flessione rispetto all’anno precedente.
Adempimenti per la sicurezza sui luoghi di lavoro. La voce presenta una dinamica significativamente decrescente nel periodo considerato. Le variabili si dimezzano rispetto all’anno base e le previsioni per il triennio 2014 – 2016 sono significativamente ridotte (483.000 euro annui).
Cerimoniale. Drasticamente ridotti i pagamenti per il cerimoniale, che mostrano un gradino rilevante tra il 2012 e il 2013 (da 570 a 278 mila euro, in pratica un dimezzamento). Le previsioni 2014 – 2016 si mantengono inerzialmente elevate rispetto al trend dei pagamenti.
Spese telefoniche. Più che dimezzati i pagamenti per le spese telefoniche, che scendono costantemente (con l’eccezione del 2011) da 2,7 a 1,1 milioni. Analogo è il profilo della MSD e degli IT. Le previsioni per il triennio 2014 -2016, che si attestano a 2,1 milioni, mostrano margini per nuove riduzioni.
Aggiornamento professionale. I pagamenti per spese di aggiornamento si riducono di 39 punti, mostrando un andamento regolarmente decrescente. Il dato del 2013 è inferiore alle previsioni di competenza per il prossimo triennio (ciò potrebbe determinare una correzione in aumento del punto di minimo realizzato). Il profilo della MSD e degli IT mostra un sostanziale dimezzamento della voce di spesa.
Stampa degli atti parlamentari. I pagamenti per la stampa degli atti parlamentari sono diminuiti nel periodo di 39 punti (da 8,2 a 5 milioni annui). L’andamento è decrescente dal 2010. I pagamenti effettuati nel 2013 sono commisurati alle somme impegnate e il trend è confermato nelle previsioni al 2016. Le risorse destinate alla voce, come mostrano l’andamento della MSD e degli IT, sono state dimezzate.
Spese per acquisto di beni e materiali di consumo (beni di consumo). I pagamenti per acquisto di beni di consumo diminuiscono di 37 punti nel periodo, mostrando un profilo di flessione costante (da 3,7 a 2,3 milioni). Analogo andamento hanno la MSD e gli IT. Le previsioni 2014 – 2016, con 3 milioni annui, mostrano il dimezzamento delle risorse destinate alla voce.
Spese per attività internazionali e iniziative di cooperazione interparlamentare (art.80 L289/02). Attività internazionali. Le risorse destinate alle attività internazionali e alla cooperazione internazionale mostrano una riduzione di circa un terzo. Molto rilevante è la riduzione dei pagamenti tra il 2012 e il 2013 (da 1,6 a 1,1 milioni). Anche le previsioni per il triennio 2014 – 2016 presentano un andamento decrescente (da 2,1 a 1,8 milioni).
Spese per servizi di personale non dipendente che effettua prestazioni per la Camera dei deputati (personale non dipendente). I pagamenti per servizi resi da personale non dipendente si sono ridotti nel periodo di 23 punti. L’andamento non è regolare e, negli anni 2011 e 2012, hanno superato i 22 milioni (come nel 2007). Il dato del 2013 sembra confermato dalle previsioni pluriennali, che portano gli stanziamenti a un livello inferiore ai 17 milioni. Conferma questa ipotesi la stretta correlazione tra gli impegni, sempre significativamente inferiori a quelli registrati nel 2007, e i pagamenti.
Locazione d’immobili. I pagamenti per la locazione d’immobili sono diminuiti, nel periodo considerato, di 21 punti. Dal picco del 2008 (35,6 milioni) sono scesi costantemente, fino a 25,3 milioni. Analogo trend decrescente si registra nella MSC e negli IT. Le previsioni che si riferiscono al triennio 2014 – 2016, che si attestano, alla fine del periodo, a 17,9 milioni, prefigurano un’ulteriore rilevante riduzione della voce di spesa, che sarebbe a regime quasi dimezzata.
Le sette voci che presentano una diminuzione.
Contributi a organismi internazionali. I contributi a organismi internazionali si riducono di 20 punti tra il 2012 (che aveva riportato la voce ai valori dell’anno base) e il 2013. Le previsioni 2014 -2016 confermano questa tendenza.
Rimborso spese ex-deputati. Le spese per gli ex-deputati presentano un profilo decrescente più marcato di quelle che si riferiscono ai deputati in carica. I pagamenti si riducono di 16 punti e presentano una costante flessione (con l’eccezione del 2013). In valore assoluto la voce si è attestata al disotto del milione di euro. Analogo andamento mostrano MSD e IT, da cui si evince una riduzione più marcata (in pratica un dimezzamento delle risorse).
Assicurazioni. I pagamenti per assicurazioni mostrano una riduzione di 16 punti, mostrando un gradino tra il 2007 e gli anni successivi, che si è mantenuto invariato. Analogo l’andamento della MSD e degli IT. Un altro dimezzamento della voce è previsto dagli stanziamenti di competenza per il 2014 – 2016 (da 2,5 a 1,2 milioni).
Indennità deputati. I pagamenti per indennità parlamentari scendono di 13 punti in termini nominali. Analogo profilo decrescente presenta la massa spendibile definitiva (MSD) e gli impegni totali (IT), indicatore della strutturalità della flessione. In valore assoluto la riduzione si attesta intorno ai 12 milioni di euro annui. Il dato è consolidato dalla previsione per il triennio 2014 – 2016, che si attesta sugli 81,4 milioni, simile al livello raggiunto dai pagamenti.
Spese diverse. I pagamenti per beni servizi e spese diverse mostrano una flessione di 12 punti rispetto all’anno base. Negli anni 2008 – 2010 si registra un incremento di 10 punti. Poi inizia la flessione, molto rilevante nel 2013, in cui si raggiunge il punto di minimo (dai 54,5 milioni del 2008 si scende ai 43,8 milioni del 2013, con una flessione di 11,2 milioni). L’andamento della MSD e degli IT è analogo.
Studi e ricerche. La voce studi e ricerche (di scarso impatto in termini assoluti) presenta un andamento non lineare nel periodo considerato. I pagamenti del 2013, leggermente superiori al valore medio, sembrano in linea con le previsioni per il triennio 2014 – 2016.
La dinamica della MSD e degli IT mostra una sostanziale stabilità delle risorse destinate alla voce.
Vitalizi.
I pagamenti per vitalizi mostrano un profilo decrescente dal 2009 (da 134 a 120 milioni). La flessione non è accompagnata da analogo andamento nella MSD e negli IT. Ciò verosimilmente in connessione con il carattere transitorio degli interventi in tema d’indennità parlamentare (più volte prorogati), la cui entità determina l’ammontare delle prestazioni previdenziali. Gli IT nel 2013 crescono di 6 milioni rispetto all’anno precedente, con un possibile effetto negativo sui pagamenti del 2014. Il trend appare confermato dall’andamento della MSD, che si attesta sui 138 milioni (flette solo nel 2012) e dalle previsioni di competenza del triennio 2014 – 2016, che si attestano al disopra dei 140 milioni.
Le sette voci che presentano un andamento stabile.
Contributi ai gruppi parlamentari. I contributi ai gruppi parlamentari si riducono di circa 10 punti tra il 2012, che rappresenta il punto di massimo, e il 2013 (i pagamenti scendono da 35,8 milioni a 32,5 milioni). Gli stanziamenti 2014 – 2016, fissati a 32 milioni, mostrano il carattere strutturale della riduzione.
Rimborso spese deputati. Il rimborso spese per i deputati mostra una flessione di 5 punti. Il trend decrescente mostra un’interruzione nella MSD e negli IT nel 2012, che si scarica sui pagamenti nell’anno successivo. Se rappresentasse un elemento accidentale, come per altro testimonia l’andamento degli esercizi successivi, la flessione sarebbe maggiore (7,5 milioni anziché 4,9). Le previsioni 2014 -2016 si attestano al disotto dei 63 milioni, lasciando immaginare una ulteriore significativa riduzione della voce di spesa (dell’ordine di 4,5 milioni).
Pulizie. I pagamenti per servizi di pulizia mostrano stabilità nel periodo, dopo il picco del 2009, attestandosi sui 7 milioni annui. Andamento decrescente, eccetto anche qui il picco del 2009, mostrano la MSD e gli IT, che partivano da valori più elevati. Le previsioni 2014 – 2016 confermerebbero il trend decrescente, collocandosi, con 6,5 milioni, al disotto dei pagamenti del 2013.
Retribuzioni del personale. Le retribuzioni del personale mostrano, nel periodo considerato, una sostanziale invarianza in termini nominali. I pagamenti, in crescita fino al 2011, scendono nel biennio successivo (da 234 a 218 milioni), tornando al livello del 2007 (analogo il trend degli IT e della MSD). Le previsioni per il triennio 2014 – 2016, che si attestano sui 211 milioni, prefigurano una ulteriore contrazione (intorno ai 7 milioni). Nel complesso, dal picco del 2011, la riduzione arriva a 23 milioni, pari al 10 per cento del monte retributivo.
Manutenzioni ordinarie. I pagamenti per manutenzioni ordinarie registrano nel periodo una sostanziale stabilità, intorno ai 12 milioni annui. Quest’andamento ha prodotto una sensibile riduzione della MSD e degli IT, che partivano da valori molto più elevati (rispettivamente 21 e 18 milioni). La riduzione è confermata per gli anni futuri dalle previsioni di competenza, che si attestano, nel triennio 2014 – 2016, sui 13 milioni.
Spese di trasporto. Stabili le spese per trasporti, intorno ai 12 milioni annui (pagamenti), che oscillano ad anni alterni, intorno al valore medio. Il 2011 mostra un picco di spesa (circa 2 milioni, anche nella MSD e negli IT). Le previsioni confermano la costanza della voce in termini nominali.
Comunicazione informazione. In leggero aumento (11 punti) i pagamenti per comunicazione e informazione, che si attestano sui 3,7 milioni annui. Si registra un processo di convergenza con la MSD e gli IT, che si riducono della stessa percentuale. La voce di spesa si attesta sui 4 milioni annui nelle previsioni 2014 – 2016.
Conclusione. La lettura dell’istogramma, da sinistra a destra, con l’ausilio delle sintetiche considerazioni riguardanti le singole voci, mostra un’azione evidente di razionalizzazione. Che si accorda proprio, contrariamente a quanto afferma il Prof. Perotti, con una “riduzione strutturale della spesa”. Forse sarebbe il caso, serenamente, di organizzare, dati alla mano, un pubblico dibattito sul tema.
1 Le pensioni rappresentano una voce in netta crescita. I pagamenti salgono di 34 punti (da 166 a 222 milioni) e andamento analogo mostrano la MSD e gli IT. Le previsioni di competenza confermano quest’andamento, attestandosi nel 2016 a 256 milioni. L’incremento medio annuo, in termini nominali, è del 5 per cento. L’andamento è senz’altro da ascriversi al progressivo aumento degli aventi diritto alle prestazioni, connesso al blocco del turn over del personale attivo, ridottosi del 25 per cento dal 2003.
2 A due voci è assegnato nella tabella un andamento erratico: pagamenti per utenze e verifica dei risultati elettorali.
I pagamenti per acqua, gas ed elettricità, che raddoppiano tra il 2007 e il 2012, presentano un andamento irregolare nel periodo. In media l’esborso per questa voce è stato di 4,3 milioni annui, con due picchi, nel 2008 e nel 2013, determinati dall’aumento delle tariffe e da una diversa metodologia di computo dei conguagli. In particolare il 2012 particolarmente basso e il 2013, particolarmente elevato, denotano fenomeni di slittamento nel processo di pagamento. Le previsioni 2014 – 2016 mostrano stanziamenti per 5,5 milioni annui. Per evitare distorsioni sulla scala la voce è stata esclusa dal grafico.
La voce che si riferisce alla verifica dei risultati, che aumenta di un quarto, ha un andamento particolare, legato alle consultazioni elettorali, come mostrano i picchi registrati nel 2008 e nel 2013. Il confronto tra i due anni evidenzia una riduzione di circa 10 punti nei pagamenti.




