Dpcm Natale, Conte come Gesù? “Meglio presto che mai”, un decreto che sarà legge per sempre, senza voto
GESU’ “MEGLIO PRESTO CHE MAI”. DURANO DI PIU’ I DIVIETI E LE NORME “EMERGENZIALI”
Dpcm Natale. Se fosse ancora fra di noi, Amintore Fanfani lo avrebbe definito un “Libro dei sogni che dà anche i numeri”. Fanfani si riferiva alla programmazione economica, tema di alto livello a quei tempi.
Giuseppe Conte, invece, si occupa minuziosamente di orari e divieti, cibo da asporto, pizzerie, consegne a domicilio, piste da sci, crociere, negozi e grandi magazzini, numero di clienti seduti al bar e servizi in camera. Si tratta di un compito più umile ma necessario. Qualcuno doveva pur farlo. Senza contare che “Giuseppi,” invece, lo gradisce a tal punto da dedicargli un tempo maggiore.
Il 29 novembre il Consiglio dei Ministri n.82 ha pertanto approvato “modificazioni urgenti della legislazione emergenziale per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19. Il testo estende il limite massimo di vigenza dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) attuativi delle norme emergenziali, portandolo dagli attuali trenta a cinquanta giorni”.
La disposizione scritta in “burocratese” Doc, conferma che “le norme emergenziali” dureranno di più e avranno forza di legge senza l’approvazione del Parlamento.
Ovviamente continueranno a ottenere il sostegno dei mezzi di informazione che presentano come vittime del solo COVID-19 quasi tutti i decessi. Anche di quelli che soffrivano di altre patologie.