
ROMA – Cesare Lanza interviene sulla questione del treno sospeso ad Andora, treno che blocca la tratta ferroviaria ligure in entrata dalla Francia. Ecco la sua soluzione:
A me non piacciono i pidocchiosi, anche se dimostrano di avere consapevolezza del valore del denaro, gli avari, i nuovi ricchi che scialacquano con disinvoltura le loro risorse, i super ricchi che pensano di poter portarsi dietro i loro averi (li lasceranno agli eredi, che di solito li sperperano in poco tempo).
Mi piacerebbe che ci fossero mecenati, disponibili (anzi felici) di avere la possibilità di provvedere a risolvere drammi e problemi d’interesse comune, quelli che lo Stato non riesce ad affrontare con successo. Volete un esempio? Ma l’esempio immediato – direte che è una mia fissazione – è quel treno deragliato e abbandonato ad Andora! E’ evidente che esiste anche un problema di quattrini: chi paga, chi risarcisce?
A scanso di equivoci: 1. Mi piacerebbe vivere in una società, ben governata e amministrata, che non avesse bisogno di mecenatismi. 2. Questa società realisticamente non esiste, in ogni caso non è la società italiana di oggi, nè lo è stata ieri nè – nel tempo – lo sarà domani. 3. Dunque,a fronte delle difficoltà del solito caos burocratico e dei problemi dell’amministrazione locale, del governo e delle Ferrovie dello Stato, darei il benvenuto, se mai ci fosse, a un nobile mecenate che affrontasse il problema economico della rimozione del treno con i suoi beni: insomma, con la stessa disinvoltura con cui io gli offrirei un caffè o un bel pranzetto.
Gli dedicheremmo la linea ferroviaria e ogni giorno il mecenate sarebbe ricordato nelle preghiere religiose e laiche da parte di tutte le migliaia di cittadini inermi, che auspicano il ripristino del treno, bloccato da due settimane.