
Condono fiscale, prestito forzoso...il piano B dietro la lettera di Conte (foto Ansa)

ROMA –ย Nella lettera di Conte alla Commissione UE, nellโambito della procedura di infrazione per Debito pubblico eccessivo, a parte le (numerose e auliche) affermazioni autoassolventi e lo spostar la palla su (improbabili quanto discutibili) cambi di regole, di risposte โconcreteโ non vโรจ (alcuna) traccia. Cosรฌ scrive Francesco M. Renne in questo articolo pubblicato anche da Uomini & Businessย diretto da Giuseppe Turani.
Se poi si lega il testo con lโintervento di ieri del sen. Alberto Bagnai, sovviene anche allโosservatore piรน disattento la dimostrazione plastica dellโinfluenza (negativa) sul Governo (con buona pace delle resistenze di Tria) della linea di pensiero di Bagnai, che, oltre alle solite โmanipolazioni dialetticheโ sulle cause della situazione attuale, auspica โpassaggi preventivi segretiโ (secretati, ai sensi dellโart.31 del regolamento del Senato) nelle competenti Commissioni Parlamentari (sostanzialmente, quella che lui presiede). Sia detto per inciso, a parere di chi scrive, lโinflusso pare essere piรน del Bagnai-pensiero (nei toni e nella modulazione delle โconsecutioโ logiche) che di quello dellโesuberante Borghi; dโaltronde, se si ha a disposizione lโoriginale, pare logico preferirlo (non me ne voglia il secondo, mi riferisco unicamente allโorigine del loro storytelling) a una sua (sostanziale) copia.
Invero, รจ proprio il loro storytelling (che continua) a non convincere, tecnicamente parlando, chi qui scrive, basandosi questo sulla (retorica) rappresentazione di un Paese prevalentemente manifatturiero che ha perso la leva della svalutazione del cambio. Invece oggi siamo in un Paese dove la manifattura รจ sempre piรน interdipendente dai mercati internazionali, forse piรน trasformatrice che produttrice tout court, ad alto tasso di importazioni di materie prime ed energia, in media dimensionalmente piccola (e finanziariamente fragile) rispetto alle imprese straniere concorrenti e in un contesto con (ancora) un patologico tasso di propensione allโevasione fiscale.
ร uno storytelling che mette sotto accusa il โsurplusโ tedesco โ omettendo perรฒ di dire che anche lโItalia รจ in surplus, al terzo posto nella classifica UE โ stigmatizzando il fatto che non sia destinato a maggiori investimenti strutturali, anche in innovazione tecnologica e tutela ambientale, nonchรฉ in strumenti di protezione sociale. Ma peraltro รจ unโaccusa che poco regge, di fronte allโobiezione che se vi fossero maggiori investimenti e un effetto positivo sui moltiplicatori di spesa (come sostenuto proprio dalle tesi simil-neokeynesiane di questo governo), il gap aumenterebbe, non il contrario; e di fronte alla circostanza fattuale che il โsurplusโ รจ generato dal settore privato e non coincide con risorse pubbliche direttamente disponibili (semmai, il problema sarebbe lโinefficienza del sistema finanziario a trasformare risparmio in investimenti, ma questo รจ altro tema).
A ben vedere, perรฒ, non รจ lโunica contraddizione. A fronte della tesi che la causa dei nostri mali (proprio tutti, nessuno escluso, beninteso) sia il vincolo del cambio fisso (e quindi della sua sopravvalutazione rispetto ai principali Paesi concorrenti dellโeurozona), da un lato si omette di rilevare che detto โsurplusโ sia originato sostanzialmente da scambi commerciali extra europei e, dallโaltro, si giustificano le proteste trumpiane (e il ricorso ai dazi sulle importazioni) per via dellโeccesso di debolezza del cambio euro/dollaro per effetto della politica monetaria della BCE! Autarchia sovranista e autolesionismo finanziario, insomma.
La lettera del premier Conte contiene infine anche altri spunti meritevoli di commento (critico). I principali sono โ a parere di chi scrive โ tre. Il primo รจ lโassenza (quasi imbarazzante, leggendo il testo; forse imbarazzata, in chi lโha scritto) di riferimenti concreti numerici e/o ad azioni specifiche di intervento correttivo sui conti pubblici. Il secondo รจ il tentativo (giร accennato allโinizio) di โmandar palla in tribunaโ, spostando il tema su una necessitร (in sรฉ anche plausibile, come intento generico) di riformare lโimpianto europeo, migliorandolo. Solo, palesemente fuori tema e, come uno studente impreparato di fronte allโinterrogazione, strumentalmente mirato a schivare la rigida applicazione delle regole attuali. Moscovici ha giร commentato che aspettavano una lettera โsul rispetto delle regoleโ attuali, non โsulle regoleโ da cambiare.
Il terzo consiste in alcuni passaggi consequenziali (palesemente) discutibili (per non dire errati del tutto, ad avviso di chi scrive). Del richiamo al โsurplusโ tedesco, si รจ giร detto; del tema della disoccupazione, di quello della concorrenza fiscale e di quello del settore finanziario, si va a dire. La retorica di una politica europea che miri piรน ad obiettivi sociali e di occupazione, invece che ad obiettivi economici e finanziari, fa sicuramente presa sui non addetti ai lavori, ma poggia su un presupposto inveritiero (il trend della disoccupazione su base europea รจ in diminuzione, negli ultimi anni; sono solo alcuni Paesi โ periferici โ a soffrirne in maniera rilevante, per cause essenzialmente endogene) e su una percezione errata (meno austeritร , quindi piรน deficit, perciรฒ automaticamente maggiore sviluppo economico), quando invece sono gli obiettivi di stabilitร economica e finanziaria che permettono le condizioni (soprattutto imprenditoriali) per creare sviluppo duraturo nel tempo.
La retorica del dumping fiscale intracomunitario รจ anchโessa di facile narrazione, ma altrettanto fallace sia per il fatto che strumenti quali i ruling per investitori esteri o i patent boxes o altre forme di โattrazione fiscaleโ (la norma sui non residenti, โper capita taxโ a cifra fissa quale che sia il reddito, introdotta dal precedente Governo PD; la norma sui pensionati stranieri, introdotta da questo Governo) le abbiamo anche in Italia, sia perchรฉ dette erosioni della base imponibile โ favorite anche da alcuni Stati europei (a volte, ad onor del vero, illecitamente ottenute) โ non sono affatto la (vera) causa che โmina la capacitร degli altri Stati membri di conseguire sane politiche di bilancioโ, nรฉ per dimensione quantitativa e nรฉ, soprattutto, per correlazione causa-effetto.
La retorica, infine, della โcondivisione dei rischiโ, della โmutualizzazioneโ attraverso strumenti come gli Eurobond, della โvisione olistica (sic!) dei rischi finanziariโ che porterebbe a una (auspicabile, questโultima) โunione bancaria europeaโ piรน efficace, รจ tanto affascinante quanto irrealizzabile fintanto che permarranno cosรฌ grandi differenze di soliditร (e di rischiositร ) dei sistemi bancari nazionali e dei debiti pubblici. Piรน esplicitamente, prima occorre risolvere i problemi interni (rectius, rispettare i percorsi di risoluzione concordati), poi si puรฒ concorrere in processi di assicurazione reciproca. E, per lโappunto, la procedura di infrazione cui la lettera risponde (e che verrร valutata da tutti i Paesi membri, non solo dai โburocratiโ della Commissione) nasce da una violazione di un percorso di risoluzione (traiettoria di riduzione del Debito pubblico) concordato (anche da questo Governo).
Come verrร valutata questa (non) risposta, รจ ancora presto per dirlo. Nel frattempo, perรฒ, con minore clamore mediatico, accadono alcuni ulteriori fatti, qui esposti in rapida successione. Borghi afferma che i Minibot potrebbero vedere la luce nella Legge Bilancio (sul punto occorre qui far presente che lโart. 1277 del nostro codice civile riporta che i debiti pecuniari si estinguono con moneta avente corso legale nello Stato al tempo del pagamento e per il suo valore nominale). Viene presentata una proposta di Legge che riformerebbe la governance della Banca dโItalia, sottoponendo le nomine del Governatore e del Direttorio a maggior influenza del Governo pro tempore in carica. La Cassa Depositi e Prestiti emette un nuovo bond da 1,5 miliardi e fissa lโassemblea per la distribuzione di circa 950 milioni (al MEF). Perdura tuttora lโincertezza sui saldi di bilancio che verranno inseriti nel DEF e la sorte delle giร previste clausole di aumento IVA.
Insomma, lโincertezza (rectius, lโambiguitร ) pare essere il segno di questi mesi; se vincerร la linea del duo Bagnai & Borghi o se alla fine reggerร la linea piรน conservativa del ministro Tria, i risultati rischiano di essere (ben) diversi. E, mosse della BCE di Draghi a parte, che qualche sollievo stanno dando alle pressioni sui tassi, resta il rischio โ se non cade prima il Governo โ di un โuno-dueโ (molto) azzardato: un nuovo condono generalizzato, per fare cassa e disinnescare la mina della procedura di infrazione, seguito perรฒ poi da norme tese ad un maggior controllo sui movimenti dei capitali, indirizzate a favorire il ricorso ad una sorta di โprestito forzosoโ (e, nelle intenzioni di qualcuno, forse, a creare le condizioni per il famoso โPiano Bโ).
