Il governo si sfalda, mentre i grandi problemi rimangono sul tappeto. La guerra di una parte dei 5Stelle contro il premier continua.
Ieri 28 Grillini non hanno partecipato al voto sulla fiducia. Che cosa succede? Siamo davvero alla vigilia di una crisi di governo? Forse si. I pentastellati, infatti, hanno lanciato un vero e proprio ultimatum al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Non accetteranno più decisioni a scatola chiusa.
Quella recentissima sugli 007 sarà proprio l’ultima se questo esecutivo vuol rimanere a galla. Nella polemica, prima nascosta poi scoppiata apertamente, il Pd non vuole entrarci, rimane alla finestra per vedere come andrà a finire.
Zingaretti in soccorso di Conte
Però Nicola Zingaretti non rinuncia a dire la sua, sia pure senza affrontare per le corna la conclamata decisione: “Vorrei ricordare a tutti che se la coalizione giallorossa andrà KO alle regionali, l’unica strada da prendere sarà quella di casa”. Più chiaro di cosi!
Il centro destra continua a gettare benzina sul fuoco. L’ennesima “furbata” del premier non la mandano giù e sparano a pallettoni contro Palazzo Chigi. “Conte calpesta la democrazia e dal Quirinale Mattarella tace”. C’è molto imbarazzo nella maggioranza dopo la fronda dei 5Stelle. Il leader del Pd preferisce glissare l’argomento per evitare il tonfo e manda cavallerescamente il suo augurio a Silvio Berlusconi colpito dal virus e costretto alla quarantena. “Continuerò da Arcore la mia battaglia”, spiega alle agenzie il Cavaliere. Per impedire un tracollo alla coalizione con Matteo Salvini e Giorgia Meloni? Proprio alla vigilia delle regionali che potrebbero rappresentare un trionfo per il centro destra?
Giorgia Meloni all’attacco
“Nessuna frattura e nessuna debacle”, rispondono da Fratelli d’Italia. “I nostri avversari sperano, si illudono, ma il 20 settembre prenderanno una sberla da cui non potranno più rialzarsi”. Insomma, non c’è niente di nuovo all’ombra dei Palazzi romani.
Il Covid19 non rallenta la sua corsa, anzi i casi aumentano fino a raggiungere ieri la cifra di 1326, ma lo spauracchio non preoccupa più di tanto i partiti, tranne in verità il ministro della Salute Roberto Speranza che non nasconde il pericolo, ma tranquillizza nel contempo gli italiani dicendo che le strutture sono pronte a rintuzzare qualsiasi evenienza.
Nonostante le parole di ottimismo, i grandi problemi assillano ancora il nostro Paese. In primo luogo quello della scuola che dovrebbe (o dovrà) iniziare fra meno di due settimane. I banchi singoli sono sufficienti per il numero dei ragazzi che entreranno in classe? Gli orari saranno gli stessi per tutti o c’è la possibilità (per nulla latente) che si dovranno sdoppiare per dare ospitalità al 50 per cento degli studenti, mentre il rimanente 50 per cento rimarrà a casa per seguire le lezioni servendosi del computer? Ancora: i docenti. Si dovrà iniziare con 250 mila cattedre occupate dai precari o, se preferite, dai supplenti.
Conte riceve i siciliani
Non c’è solo la scuola a preoccupare il governo. Non dimentichiamo i grattacapi dei migranti. Ieri il premier ha ricevuto a Palazzo Chigi il governatore della Sicilia Nello Musumeci e il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, tranquillizzandoli e promettendo loro che il paese “sotto stress” sarà liberato e saranno concessi sgravi fiscali.
Alle parole dovranno seguire i fatti, perché di impegni non mantenuti il nostro Paese non ne vuol più sentir parlare. Lo ribadisce pure la senatrice del Pd Monica Cirinnà che il partito vorrebbe candidare per il Campidoglio. “Roma -ripete – deve svoltare perché da troppo tempo soffre e non riesce più a progredire”.