Opinioni

Covid compie due anni, vivo e in salute. Vaccini, la terza dose non è un di più

Covid compie due anni. L’esatta data di nascita della patologia pandemica non è dato conoscerla ma il virus è vivo e lotta contro di noi ormai da due anni. E’ vivo ed è in salute il virus, non si endemizza nei tempi brevi che avevamo osato sperare (qualcuno anche, contro evidenza, annunciare). Endemia è quando una patologia infettiva permane ma non si sviluppa, c’è ma non cresce. Epidemia è invece quando la patologia infettiva cresce progressivamente di entità quanto a diffusione contagi.

Covid 19 a fine 2021 è ancora saldamente epidemia e per nulla endemico. Qualche avventato ottimista-esibizionista lo aveva dichiarato “clinicamente morto” nella primavera-estate 2020, dichiarazioni e posture sulle quali calare il velo della compassione sì, dell’oblio però anche no.

Lui vivo e vegeto, noi stanchi

Covid vivo e vegeto. Noi, noi intesi come somma e sintesi dei comportamenti collettivi, decisamente un po’ stanchi. Con stanchezza pare ci si stia tutti noi avviando verso la cosiddetta terza dose o booster o sarebbe meglio dire richiamo. Stanchezza in parte comprensibile, diciamo la verità: eravamo, se non proprio sicuri, di certo speranzosi di aver con due dosi risolto…E invece. Invece niente! I richiami vaccinali sono abituali e frequenti in molti dei vaccini che abbiamo fatto e che facciamo in tutta la vita, fin da bambini. Adesso invece del tutto impropriamente avvolgiamo il richiamo per il vaccino Covid di un’aura di eccezionalità. Eccezionalità che non esiste.

Qualcuno vende agli altri e a se stesso la terza dose come una concessione a terzi al limite dell’eccessivo. Quasi fosse un: te ne ho date due, vuoi anche la terza? Offuscata se non capovolta la realtà che non di concessione allo Stato o al governo si tratta ma di regalo, tramite sanità pubblica, a se stessi. Il richiamo vaccino Covid è un lusso che i paesi ricchi possono permettersi ed è un regalo alla propria salute e alla salute della società in cui si vive. Bisognerebbe correre alla terza dose come si è corso alla prima ma la corsa è rallentata da una pigrizia cognitiva che è a sua volta patologica. Forse occorrerebbe una comunicazione che dicesse: terze dosi solo per pochi, non ce n’è…Forse allora sarebbe corsa e sgomitare.

 

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Mino Fuccillo