Crisi e ripresa, la pazienza delle banche centrali

Crisi e ripresa, la pazienza delle banche centrali (Mario Draghi e Janet Yellen)

MILANO – “La pazienza delle banche centrali: crescita moderata e banche a due velocità espansive o pazienti”: l’articolo di apertura del sito di informazione Uomini&Business diretto da Giuseppe Turani passa in rassegna le situazioni di alcune delle maggiori economie mondiali e le misure che i rispettivi istituti centrali hanno preso o prenderanno a breve.

– Eurozona: “crescita moderata” – dati in ripresa con produzione industriale in rialzo e bilancia commerciale solida a gennaio 2015. Invece l’occupazione è in lieve calo ma aumenta il tasso di posti di lavoro liberi negli ultimi tre mesi 2015. Le attese sulla zona sono di una crescita solo a un ritmo moderato, con i consumi privati come driver principale. Infatti l’alto debito e la disoccupazione continuano a tenere sotto tono la crescita, mentre la bassa inflazione dovrebbe indurre la Bce a essere molto attiva. I rischi al ribasso restano importanti in particolare dati dal contesto esterno (nell’ottica anche di un’eventuale Brexit) ma anche da questioni interne che possono colpire il sentiment come le turbolenze politiche e la gestione del flusso dei migranti. Questa settimana, dopo due mesi di calo e un parziale recupero dei mercati finanziari, l’indice Ifo e i Pmi dovrebbero confermarsi stabili.

USA: “Fed tono più attendista” – Il Federal Open Market Committee (Fomc) ha lasciato invariati i tassi e ripetuto che la politica di reinvestimento delle cedole e dei titoli che giungono a maturazione continuerà fino a quando la normalizzazione dei tassi non sarà ben avviata. Nel complesso la Fed ha dato un messaggio accomodante abbassando le sue proiezioni medie di crescita dei tassi e avvicinandole a quelle implicite nei prezzi di mercato che tuttavia sono ancora inferiori. Ora la media delle proiezioni dei membri del Fomc è per due aumenti di 0.25% entro la fine del 2016 (a dicembre erano 4) mentre il mercato ne sta implicitamente scontando uno solo. La comunicazione della Fed è stata bilanciata. Da un lato ha sottolineato che l’attività economica nazionale si sta espandendo a un ritmo moderato con solido miglioramento dell’occupazione. Questo porterà un aggiustamento graduale della politica monetaria nonostante gli sviluppi economici interni incerti degli ultimi mesi, e con dubbi che il recente rialzo dell’inflazione core sia duraturo con esplicito riferimento all’impatto del petrolio. Dall’altro lato ha anche enfatizzato che gli sviluppi economici e finanziari globali continuano a porre rischi al ribasso con un insolito esplicito riferimento al contesto internazionale. Le previsioni economiche hanno visto modeste riduzioni inerenti la crescita e il tasso di equilibrio di lungo periodo nonostante tassi di disoccupazione leggermente minori. È probabile che i discorsi dei membri del Fomc nella settimana confermeranno questa impostazione moderata. L’inflazione core di febbraio dovrebbe sostenere che la ripresa di una lieve inflazione è reale.

Cina: “debole ma in target” – l’attività economica è rimasta debole all’inizio 2016. Lo scenario sembra destinato a ripetersi con sforzi per sostenere la crescita attraverso la politica fiscale che continua a giocare un ruolo sempre più importante. Il PIL in Cina sarebbe in crescita in media del +6,6% anno su anno nei primi due mesi dell’anno (quindi entro l’obiettivo ufficiale). Ciò sottolinea la natura modesta della decelerazione. Il governatore della Banca Centrale si è infatti dichiarato ottimista sul raggiungimento dei target di crescita per il 2016 (6,5-7%) e nel non vedere ragioni per svalutare lo yuan a sostegno dell’export.

Brasile: “imbroglio politico” – inflazione in rialzo. Rischio di impeachment per il presidente Dilma Vana Rousseff dopo la diffusione di intercettazioni telefoniche in cui proteggeva l’ex-presidente Lula.

Giappone: “Boj ferma ma meno ottimista” – come da aspettative la Banca Centrale continua con il piano di acquisto titoli ai livelli attuali e mantiene i tassi di interesse invariati in territorio negativo. Tuttavia, la banca ha mostrato un crescente pessimismo circa le previsioni sulle esportazioni, la produzione industriale e l’inflazione rispetto alle dichiarazioni di gennaio, quando la Bank of Japan (BoJ) aveva commentato come fossero proprio le esportazioni a dare una spinta rialzista alla crescita dell’economia. Dopo questo il governatore Haruhiko Kuroda ha anche dichiarato che c’è spazio per tagliare i tassi a -0,50%.

Norvegia: “taglio dei tassi” – la Norges Bank ha tagliato di 25 punti base (bps) i tassi portandoli allo 0,5% e indicato che ulteriori riduzioni sono probabili in autunno. La disoccupazione (mercoledì) si dovrebbe stabilizzare e giovedì si prevede un ulteriore aumento delle vendite al dettaglio.

Svezia: ‎”in salute ma Riksbank espansiva” – ll tasso di disoccupazione è salito inaspettatamente a febbraio ma l’economia rimane forte e l‘inflazione è superiore all’attesa della Riksbank. In settimana la fiducia dei consumatori è attesa invariata, nonostante la forte crescita del PIL del primo trimestre (1trim.) La Riksbank dovrebbe comunque ampliare il Qe per contrastare una valuta forte.

– UK: “Boe attendista” – senza sorpresa la Banca d’Inghilterra ha adottato un tono neutro nel verbale della riunione di marzo. Il referendum sulla Brexit dall’Ue implica che le probabilità di aumento dei tassi prima di giugno sono prossime allo zero. L’adozione di tale posizione è facilitata dall’inflazione che rimane bassa e dalla crescita dei salari ben al di sotto della media pre-crisi, anche se è aumentata di recente. Se il Regno Unito dovesse rimanere nell’Ue, creando un effetto positivo sulla crescita 2016, e i guadagni salariali continuassero il loro slancio, la Bank of England sarà sempre in tempo per cambiare le sue indicazioni entro la fine del l’anno. Il rapporto sull’inflazione di gennaio è il più importante rilascio di dati nelle prossime due settimane. Su base annua sono attesi pochi cambiamenti dalle letture di gennaio.

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Maria Elena Perrero