Discoteche stavolta hanno ragione, anche se hanno torto FOTO ANSA
Discoteche stavolta hanno ragione: non ha senso porre il limite del 35% della loro capienza per la riapertura. Non ha senso nella realtà il 35 per cento e neanche il 50 per cento che si prospetta e neanche fosse il 75 per cento o qualunque altra percentuale. Non hanno senso questi limiti nella realtà, realtà dei comportamenti effettivi che praticano solo due condizioni appunto reali: aperto o chiuso.
Il resto è fuori dalla realtà, come ad esempio i limiti al riempimento di uno stadio di calcio, una percentuale legata però al mantenimento della distanza interpersonale e della mascherina sul volto. Nella realtà nessuno sta distante da nessuno e nessuno si tiene la mascherina dopo essere entrato in uno stadio. Lo vedono tutti, si vede ogni giorno in tv eppure, senza senso, si continua a dire e prescrivere e garantire: 75% con mascherina, beninteso. In una pluralità di luoghi pubblici e di pubbliche attività le prescrizioni sanitarie sono nella realtà burocrazia ignorata nei fatti quanto stampata sulle carte. Quindi le discoteche hanno ragione quando vogliono riaprire senza limiti, ragione nella realtà: se riaprono chi si leverà la mascherina solo per ballare, chi conterà la gente all’ingresso? Nella realtà una discoteca o uno stadio non consentono e non praticano misure, stessa sorte tocca alle misure anti contagio.
Quindi che le discoteche riaprano, senza limiti di capienza. Che gli stadi siano pieni, senza l’ipocrisia della mascherina, che cinema e teatri siano aperti al 100 per cento della capienza (qui almeno la mascherina la gente la tiene). La decisione e il sentimento collettivo è quello di correre il rischio. Perché rischio ancora c’è, Covid ancora c’è, contagio ancora c’è. Quindi hanno torto discoteche, stadi e chiunque venda “assoluta sicurezza e rispetto delle norme anti contagio”. Ma hanno ragione rispetto a questo aprire-non aprire. Si corra il rischio, consapevoli di farlo. E la si smetta di inventare protocolli che nei fatti non hanno alcun rapporto con i comportamenti reali.