Opinioni

Draghi, la comunicazione torna all’antico? Forse è finita con Twitter e Facebook: per i giornalisti si cambia

Draghi primo ministro. Nascerà un Governo esclusivamente tecnico o sarà insieme tecnico e politico? E’ questo uno degli interrogativi di fondo che tutti si pongono prima che super Mario Draghi si rechi al Quirinale per sciogliere la riserva.

Le fonti ufficiali tacciono, nemmeno una parola o una indiscrezione che possa indicare una delle due strade. Come mai?

Fortunatamente è cambiata la comunicazione o meglio il modo di informare l’opinione pubblica. Non più twitter, Facebook o altre diavolerie del genere. Avverrà che Draghi da Palazzo Chigi farà conoscere a deputati e senatori quelle che potrebbero essere le sue decisioni. E una volta ottenuto il placet diramerà i provvedimenti presi. Una svolta che ridarà al Parlamento quello che gli spetta secondo i canoni della Costituzione.

Draghi dopo Conte: sarà sempre un uomo solo al comando?

Finisce quindi l’epoca di un uomo solo al comando, dei numerosi DPCM, delle importanti comunicazioni servendosi dei social.  Si torna così all’antico, insomma si fa un passo indietro? La risposta è no, perché non si può pensare che Draghi da Palazzo Chigi faccia conoscere seri provvedimenti attraverso un tweet o informandone all’ultimo momento gli altri ministri e le forze politiche. 

È accaduto che a volte, se non spesso, chi doveva essere messo al corrente sia stato informato di notte a poche ore dalla ufficialità del provvedimento, se non prima. Per il giornalismo, di carta stampata o radiotelevisivo, la “novità” (se così si può chiamare) è di grande aiuto. Nel senso che non ci si può servire soltanto dei social saltando a pie’ pari quello che è un controllo vero e proprio della nostra professione. 

Spieghiamoci meglio. Fino a una decina di anni fa, se un a un personaggio molto importante del mondo politico si voleva chiedere una intervista, questa la si poteva avere se il colloquio si fosse svolto o con il direttore della testata o con un giornalista di primo piano della stessa.

Si aveva così il modo di ascoltare quel che esprimeva l’interlocutore. E, magari, porgli qualche domanda che lo smentiva o poteva comunque metterlo in imbarazzo.  E’ la funzione del “cane da guardia” che nessuno di noi dovrebbe dimenticare. Ma che, a sua volta, dovrebbero rammentarsi i politici. Oggi, invece, avviene che gli abitanti di Montecitorio o di Palazzo Madama vengano invitati ad una trasmissione con un grande indice di ascolto. E abbiano così la possibilità di fare il loro comizio senza che la conduttrice o il conduttore del programma possa intervenire.

Tutto questo non perché essi siano persone poco intelligenti. Per carità! Ma per il semplice motivo che i giornalisti (soprattutto quelli che si occupano quotidianamente di politica) saprebbero come controbattere alle parole del Parlamentare e inchiodarlo con domande molto appropriate.

Non si potranno cancellare i social network

Finirà questa singolare epoca di fare informazione? Certo, non si potranno cancellare i social (sono una conquista, si dice) ma almeno si ridarà a Cesare quel che è di Cesare. Il modo in cui si sta comportando in questi giorni il presidente incaricato è un indice che la comunicazione (cioè trasmettere ad altri il proprio pensiero) tornerà ad essere quella di una volta. Un bene, un male? Lo giudicherà l’opinione pubblica.

 

Published by
Marco Benedetto