Un paese, una comunità , una nazione alle sue tradizioni ci tiene. Ci tiene, le conserva, le omaggia e, se può, le rafforza. Una consolidata e omaggiata tradizione in Italia in materia di tasse è che il Fisco ha e fa figli e figliastri. I “figliastri” hanno una “trattenuta alla fonte” dei loro redditi. I figli invece contrattano con lo Stato se e quanto e come pagare tasse. Uno dei risultati più evidenti è che circa l’ottanta per cento di tutta l’Irpef lo pagano lavoratori dipendenti e pensionati, quelli appunto su cui si fa, lo Stato fa la “trattenuta alla fonte” di stipendi e pensioni. Chi invece ha redditi da lavoro autonomo quanto reddito abbia lo dichiara o spesso sotto dichiara. Uno dei risultati più evidenti sta nella circostanza per cui in Italia i salari reali sono quasi immobili da decenni mentre nei depositi bancari nel frattempo si sono stratificati circa duemila miliardi di euro, ed è solo e soltanto il risparmio privato alla luce del sole. Ad esso aggiungere il depositato in conti esteri. Visibile è la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane, senza pari in Europa. Ad alimentarla senza dubbio i circa 190 miliardi annui di economia in nero e i circa 100 miliardi annui di evasione fiscale e contributiva. Figli e figliastri, ora per i figli c’è in arrivo (nella legge di Bilancio 2024) altro trattamento genitoriale premuroso da parte del governo in carica. Secondo antica tradizione, uso e costume.
Facciamo un patto…
Dice il governo al Fisco: vai dal lavoratore autonomo, dalla partita Iva e proponi loro di fare un patto. Un patto per due anni. Ci mettiamo d’accordo prima. Io fisco insieme con te reddito autonomo discuto e valuto quanto puoi guadagnare in un anno. Ci calcoliamo sopra e attorno (con un po’ di sconto ovviamente) quanto ne viene di tasse da pagare. E su questo calcolo qua la mano: per due anni lavoratore autonomo e partita Iva paghi quanto insieme calcolato e pattuito. Cos’ si evitano ispezioni, sorprese, fatiche, gioco a guardie e ladri. Bene, ottimo. I figli del Fisco trattati come tali dal Fisco già oggi hanno agevolazione-semplificazione: fino ad 85 mila euro l’anno di fatturato pagano 15% di aliquota. Facile, amichevole. Succede poi che alcuni (tanti) figli discoli del Fisco ad 85 mila smettono di fatturare e passano dall’aliquota 15 all’aliquota zero. Ma i figli sono bravi ragazzi, vanno capiti. E infatti anche il nuovo patto biennale che il Fisco va loro a proporre le capisce, eccome se li capisce.
Redditi nascosti? Fino al 30% si può
Si legge testuale nella Legge Bilancio 2024 che dai benefici dell’aver aderito al patto biennale con il fisco “si decade quando vengono accertati redditi nascosti superiori al 30% di quelli dichiarati”. Quindi funziona, carta canta, così: si fa un patto, papà Fisco fa un patto con i suoi figli contribuenti lavoratori autonomi e partite Iva. Il patto consiste nel ragionevole e condiviso calcolo su quanto guadagni e quindi paghi di tasse. Patto valido due anni ed entità delle tasse convenute a scalare sull’ipotesi minima i reddito plausibile. Nel patto c’è anche nessun controllo e ispezione e contestazione fiscale per il contribuente che ha sottoscritto il patto. E, visto che tra papà Fisco e figli contribuente autonomo di conoscono da decenni, c’è anche una soglia di imbroglio consentito e tollerato. Il patto il Fisco lo riconosce valido anche e fino a che il contribuente autonomo e/o partita Iva nasconde il 30 per cento dei suo reddito reale.Â
Trenta per cento dei reddito in evasione autorizzata
E’ questa la condizione che papà Fisco riconosce ai suoi figli. Per i figliastri, i percettori di reddito da lavoro dipendente o pensione tale condizione non esiste. Su cento euro di reddito reale un figlio (di primo letto?) del Fisco può, a termini di legge, nasconderne trenta e papà Fisco farà non solo finta di non vedere ma garantirà al figlio buono protezione e tranquillità . Stessi cento euro di reddito, però con il peccato originale di esser tassabili alla fonte, quindi da salari, stipendi e pensioni. Qui nessuna franchigia, nessuna quota di occultamento autorizzata. Prendete il vostro stipendio, salario o pensione, levate il 30 per cento lordo e calcolate quanto paghereste di tasse sul settanta per cento rimanente. E avrete così la misura, in euro, di quanto siete figliastri del Fisco, del Fisco, anzi dei governi tutti da tempo più o meno complici della divisione, da decenni, dei contribuenti in figli e figliastri.