Siamo arrivati al punto che qualcuno ha chiesto di lanciare una asta pubblica per decidere a chi toccherà inalberare il pazzariello sfrattato da Alassio. Il gesto più clamoroso lo ha compito il vero defensor fidei di Totò, almeno in senso musicale, Renzo Arbore, ambasciatore nel mondo della canzone napoletana e, più in generale, dell’arte napoletana, il quale ha promesso un concerto gratis della sua mitica band con clarinetto,a condizione che la statua torni al suo posto. Nei giardini di Alassio, ovviamente. Hanno scritto in molti anche al presidente Giorgio Napolitano, napoletano doc e deus ex machina di questi tempi travagliati.
Raffaele La Capria, grande cultore della difesa partenopea, nel suo articolo ha anche spiegato che è difficile fermare la geniale mimica di Totò in un gesto bronzeo e che forse quello stop negli algidi giardini di Alassio può avere suscitato la sconnessa reazione del sindaco e dei suoi ispiratori, magari a caccia di pubblicità un po’ gratuita, dopo un’elezione un po’ inattesa. Tutti erano sicuri che la Destra si sarebbe tenuta Alassio e in particolare il ministro a sua insaputa Claudio Scajola e invece……..
La Capria racconta bene l’emozione che si prova andando a scoprire la targa che nei vicolo napoletani identifica con parole commoventi il luogo dove nacque Totò, figlio veramente di un principe, che poi lo abbandonò con la madre, probabilmente una donna di servizio. Lì veramente nacque il genio di Totò, in quella casa diroccata e lì ci si deve commuovere. Questo non toglie che sbattere il bronzo in un maleodorante magazzino nel pieno della ruggente estate di Riviera è un gesto che va lavato.
Come faranno i nostri eroi di Alassio a cancellarlo? Se facessero veramente l’asta non smentirebbero la fama sparagnina dei liguri che vogliono lucrare perfino sul genio di quelli del Sud. Forse dovrebbero trovare una grande ambasciatrice partenopea, magari la leggendaria Sofia Loren, capace di mettere le cose a posto, reincoronando Totò a Alassio, magari sul Muretto che ne rimane il simbolo e che, con i consueti alti e bassi è rimasta la passerella della bellezza femminile senza tempo. Come quella di Sofia.
