Stesso mese di luglio, stesso clima di paura strisciante, stesso brodo fumante di rivolta, pronto a bollire alla prima occasione. E quale migliore occasione per reincendiare tutto, che l’anniversario numero dieci, ora che i processi di quel G8 sono quasi tutti stati celebrati, che le condanne penali e le sentenze sono state emesse e spesso anche capovolte, con verdetti che inchiodano più la polizia, i suoi vertici, le sue catene di comando che i violenti del blocco nero?
In questa estate un po’ fasulla di clima incerto e tensioni sindacali forti, Genova appare di colpo strabica in questa attesa. Un occhio ha incominciato a guardare alla valle Susa e agli scontri duri nei boschi di Chiomonte, come se là ci fossero segnali chiari che possono rimbalzare dal terreno di scontro sulla costruzione della linea Torino-Lione a queste piazze piene di anniversari e di dibattiti da ri-sfoderare.
Dieci anni sono lunghi, ma sono passati in un lampo nella memoria di quel luglio 2001, tra un processo e l’altro, primo, secondo grado per tutti, meno che per la morte di Carlo Giuliani, archiviata rapidamente in istruttoria, mentre il carabiniere semplice e di leva Placanica ha smesso la divisa, laggiù in Calabria e ha rischiato anche di perdere la ragione per il dramma di quel colpo, partito dalla sua pistola,esploso dall’interno della camionetta Defender, assaltata dal corteo no global e “rimbalzato”, secondo le incredibili perizie passate in giudicato, sotto il passamontagna del ragazzo Giuliani che brandiva l’estintore contro la jeep dell’Arma.
E ora che il programma del luglio 2011 prevede cortei e manifestazioni a partire dalla metà del mese e il clou nel giorno della morte, di colpo sembra che quello srotolare del tempo, dei processi, dei dubbi, delle ricostruzioni, della stessa globalizzazione planetaria non sia mai avvenuto.
Genova è strabica perché guarda alla rivolta no Tav della val di Susa e scopre i trecento Black Bloc, spuntati nei boschi piemontesi come i funghi, snidati a fatica dai reparti antisommossa delle forze dell’Ordine, come se la sequenza fosse ripartita: allora ci fu Goteborg, Napoli e poi Genova. Oggi c’è la val di Susa e ci sarà Genova, ancora?
