L’entrata sulla ribalta politico amministrativa di un personaggio politico simile, che sembra muoversi mosso dall’idea di candidarsi a sindaco con una lista civica molto trasversale, che si mette sul mercato dei partiti puntando sia al centro, che a destra che a sinistra, esplode nel bel mezzo di una scena preelettorale già terremotata.
Costa jr viene lanciato il giorno dopo che nel Pd, partito di governo sia a Genova, che in provincia che in regione, era esploso il caso della autocandidatura a sindaco della senatrice Roberta Pinotti, una fresca cinquantenne, alta, bionda, molto presenzialista e molto esposta televisivamente sopratutto a “Porta a Porta”, che aveva annunciato di voler correre nelle probabili Primarie del centro sinistra contro il sindaco in carica Marta Vincenzi, furibonda per essere stata messa in discussione e per non avere avuto la classica riconferma per il secondo mandato, come avviene generalmente, salvo casi clamorosi. Pinotti aveva tenuto segreto il suo proposito anche ai giovani segretari provinciale e regionale del Pd, due trentenni Victor Razeto e Lorenzo Basso, sballottati come fuscelli dalle iniziative delle due virago, tra l’altro un tempo molto vicine e partecipi degli stessi governi cittadini e provinciali.
Il centro sinistra sembra essere percorso da scosse elettriche proprio da quando la Vincenzi è stata messa in discussione da un clamoroso sondaggio commissionato dallo stesso Bersani, che voleva misurare la popolarità e il consenso della signora sindaco. Era risultato che Marta Vincenzi era in flessione vistosa, sopratutto rispetto al centro sinistra e al Pd.
Apriti cielo! Abituati al bello e al cattivo tempo, alla intangibilità dei leader istituzionali (il predecessore della Vincenzi, il professor Beppe Pericu, era stato eletto al secondo mandato con oltre il 70 per cento dei consensi), i democratici si sono sconvolti. Mentre la Vincenzi ha urlato il suo dissenso e minacciato di candidarsi, comunque, con una sua lista, ovviamente più spostata a sinistra ancora verso Vendola, il partito ha cercato di imboccare la strada delle Primarie, subito contestato dall’ alleato IDV di Di Pietro che a Genova e in Liguria è nelle mani di una spettacolare coppia, l’ex sindacalista della Ps, oggi onorevole Giovanni Palladini e la sua compagna, di vita non solo di fede politica, la avvenente Marilyn Fusco, assessore all’Urbanistica in Regione. L’Idv, che schiera in regione anche un’altra star come Marusca Piredda, la famosa hostess Alitalia leader della contestazione, paracadutata nel listino del presidente Burlando direttamente dal cielo e ovviamente da Di Pietro, si è schierata per Marta, sempre meno citata come Supermarta.
Ma il giochino delle Primarie si o no è stato schiantato dalla Pinotti che ha lanciato il suo guanto di sfida, attaccando direttamente la Vincenzi con l’accusa neppure troppo velata di arroganza e di conduzione verticistica del potere locale. E’ chiaro che in una situazione simile il Pd non solo si è spaccato, ma ha incominciato inconsciamente a far fiorire candidature di ogni genere, autentiche o inventate, per riempire il caos degli scontri diretti e le sfide personali. Sono comparsi i nomi di illustri professionisti come quello dell’avvocato Enzo Roppo, il legale che ha fatto vincere alla Cir la supersfida con Berlusconi per la Mondadori, il quale ha smentito. O come quello dell’altro avvocato, Paolo Momigliano, ex presidente dell’Amiu, la nettezza urbana, già socio dello studio De Andrè, il fratello scomparso del cantautore, che non ha ancora smentito.
O come quello dell’avvocatessa Barbara Balzani, eurodeputata allieva del celebre fiscalista Victor Uckmar, neppure quarantenne e già assessore comunale della Vincenzi.
