Sembrava che di tutto questo intreccio soffocante a sinistra potesse approfittare solo il professor Enrico Musso, cattedratico di Economia dei trasporti e da tre anni senatore, oggi iscritto al Gruppo Misto con propensione verso il Terzo Polo, dopo avere clamorosamente strappato con il Pdl, che lo aveva lanciato nel 2007 come giovane candidato sindaco contro la Vincenzi e che poi lo aveva mandato a Palazzo Madama.
Musso, apparso ad alcuni un po’ avventato e anche un po’ ingrato nella sua presa di distanza dal Cavaliere e dal suo epigono ligure, l’ex ministro Claudio Scajola, si è mosso poi con decisione verso palazzo Tursi (la sede del Comune genovese) e la sua massima poltrona. Ha creato una Fondazione Oltremare per raccogliere idee, progetti e spinte di cambiamento in una città ingessata dalla cultura di sinistra, tenendo una certa distanza ma non troppa dai partiti, soprattutto da quelli del centro nascente del Terzo Polo.
E tre mesi fa ha annunciato, anche lui e prima di tutti, una lista civica che, proprio nelle ore in cui Beppe Costa appariva sul maxischermo elettorale, ha ricevuto una specie di investitura romana dal terzo Polo di Casini-Fini-Rutelli. Considerato che la Lega, non certo fortissima in Liguria, dove però conta gli unici due rappresentanti al governo dell’intero arco parlamentare ligure, la senatrice Sonia Viale e il deputato Antonio Belsito, non ha ancora deciso se correre per conto suo verso Tursi o se appoggiare altri candidati, la conclusione è che le elezioni saranno una specie di fuoco artificiale.
Se corrono in riva al Mar Ligure anche i padani, magari con il loro astro nascente, il consigliere regionale Edoardo Rixi, trentenne, tecnocratico e molto pimpante, la schiera dei concorrenti potrebbe essere foltissima con cavalli (e cavalle è il caso di dirlo) in competizione anche sugli stessi versanti di destra, di sinistra e di centro.
La battaglia o la sfida si svolge sia per far saltare la roccaforte rossa che regge il governo genovese praticamente dal 1975, sia per ridistribuire gli equilibri dentro agli schieramenti.
Il Pd è certamente logorato da un esercizio del potere diventato una specie di incubo, senza soldi, senza imprenditori che si impegnano, con una burocrazia civica incartapecorita e sulla quale si schiantano quasi tutti i progetti di modernizzazione e di velocizzazione. E’ in crisi l’azienda dei trasporti Amt, dalla quale sono usciti i soci francesi di Transdev e per la quale è nei guai l’ex sindaco Beppe Pericu, condannato recentemente dalla Corte dei Conti a pagare personalmente 450 mila euro per avere creato danni pubblici scegliendo di salvare il deficit con la creazione di una bad company.
Il bello che è proprio la Vincenzi, successora “discontinua”, come si è sempre polemicamente definita di Pericu ad avere innescato il processo contabile che ora crocifigge l’ex sindaco, non solo un ottimo amministratore, ma anche un grande esperto di diritto amministrativo, la materia sulla quale sarebbe inciampato. Bersani, in visita pastorale a Genova con chi è andato a cena, dopo avere pronunciato la fatidica frase alla Crozza: “Non siamo mica venuti qua a asciugare gli scogli!”? Ma con Pericu, non certo con la Vincenzi.
