Innocenti perchè nessuno a quelle donne, a quei bimbi portati per mano, a quella ragazza che andava a prendere il fratellino a scuola, avevano detto forte e chiaro di stare a casa, nessuno aveva pensato seriamente che sarebbe stato meglio chiudere le scuole, impedire che quarantamila persone, professori, maestre, genitori, insegnanti, bidelli, ma sopratutto ragazzi, bambini, studenti attraversassero pezzi di città, quelli pericolosi intorno ai fiumi assassini, rischiassero la vita.
Innocenti loro, vittime incomprensibili di una città che è stata colpita al cuore da una tragedia annunciata per molti aspetti, se non forse per la parte che riguarda la dimensione della pioggia monsonica, 584 millimetri in una mattina di tregenda.
Innocenti quelle centinaia se non miglia di cittadini, commercianti, abitanti presi in ostaggio dalla marea di questo tsunami alla rovescia, precipitato dalla collina avariata di Genova, dai corsi e rii di fiume incassato nel cemento o in argini spesso guardati come opere inutili, ma ieri non guardati per niente come se non esistesse una cultura, una scienza che potesse organizzare la guardia dei fiumi, su, sempre più in su nel corso del fiume che non è il Rio delle Amazzoni, ma un piccolo corso d’acqua che precipita da colline dissestate dalla cementificazione.
Diluviano polemiche terribili nel secondo giorno dell’allarme All’erta 2, quando tutta la Liguria sta rintanata a casa, guardando i danni nel centro di genova, guardando il cielo che spara acqua a Ponente, guardando le onde gigantesche che tappano il deflusso dei fiumi a Albenga, Savona, e in cento altri comuni della costa ligure. Oggi le scuole sono chiuse ovunque, anche a Genova e il traffico privato, fortemente sconsigliato dalla sindaco e dalla sua giunta comunale che continua a battere il tasto della “imprevedibilità monsonica” e a piangere “ i suoi morti”.
“La faccia tosta dei politici” _ urla nel suo editoriale Umberto La Rocca, direttore de Il Secolo XIX” che mette in stridente confronto la irresponsabilità degli amministratori pubblici con l’abnegazione degli abitanti, dei pubblici servizi che hanno fatto da pronto soccorso in un giorno tragico. Quella faccia tosta oggi è rigata anche di lacrime e da un affannoso tentativo di difesa.
