Non potevano esserci dubbi tra il Rina e la Costa Carnival, uno dei suoi più importanti clienti e cosƬ per evitare equivoci il presidente ha lasciato. Ma Scerni non ĆØ a Genova un personaggio qualsiasi, ĆØ un armatore, agente marittimo, di grande famiglia, di grandi tradizioni marittime e anche di grandi polemiche. Fu lui una ventina di anni fa a digrignare i denti in nome dellāutenza portuale nella lotta epocale tra i camalli, che difendevano il porto pubblico e la rivoluzione che arrivata sulle banchine con la privatizzazione, mentre nel porto di Genova non cāerano più navi, forse appunto solo qualche attracco dei Costa, e le sirene tacevano perfino nella notte di Capodanno.
CosƬ ecco un altro colpo a quellāorgoglio incrinato della marineria genovese ed ecco un altro sintomo del disagio che Genova vive di fronte alla tragedia e che la colpa di Schettino non esaurisce.
Quello che brucia di più ĆØ ovviamente la condotta del comandante anche dopo il clamoroso errore, la sua fuga da bordo e il suo tergiversare ai richiami della capitaneria di bordo. La migliore risposta a quella condotta inspiegabile in ogni codice marittimo e che a Genova viene visto come una distruzione delle tavole della legge di MosĆØ sul Sinai, lāorgoglio incrinato genovese lāha letta in una intervista tv allāultimo ufficiale vivente della Andrea Doria, Stefano Badano, novantenne ancora lucido che ha raccontato come lasciò la nave il comandante Pietro Calamai, pochi attimi prima che a largo di Nantucket il transatlantico colasse a picco.
Badano era il quinto ufficiale a bordo e fu il quintultimo a salire sulla scialuppa. Calamai fu quasi trascinato, ha raccontato con una impareggiabile dignitĆ ancora vigile 56 anni dopo Badano, dal secondo ufficiale sulla scialuppa e pretese di restare sulla barca a pochi metri dalla sua nave, fino a vedere lāultima schiuma disfarsi nellāabisso, rischiando perfino di finire nel gorgo.
A quella schiuma di nave morente, contro quel gorgo di vergogna della Costa Concordia lāorgoglio dei genovesi cerca di resistere.