Non รจ un caso che il potente segretario della Cei, Mariano Crociata viene promosso vescovo a Latina e non lo si sostituisce. Il prossimo passo sarร un nuovo Statuto che Bagnasco รจ stato sollecitato a preparare e quello dopo ancora un nuovo criterio di nomina del presidente stesso. Il vertice della Cei era l’unico di tutte le Conferenze episcopali ad essere scelto direttamemte dal papa.
Anche questa nomina diventerร collegiale: questa รจ l’impostazione di papa Francesco, che ha giร svuotato molti incarichi di primo piano della Curia e che cammina spedito con le sue scarpe ortopediche, le sue utilitarie usate come macchine di servizio, i suoi blitz contro la povertร diffusa, la sua liturgia scarna, il suo interventismo spinto sui tempi delle emergenze sociali, da Lampedusa in avanti.
In questo clima la costellazione dei genovesi, che avrebbe avuto questo potere stellare in Vaticano, sembra essersi completamente spenta. Pensionati o ridimensionati Bertone e Piacenza, azzittito nelle sue imposizioni formali il cerimoniere Marini, marginalizzato anche il cardinale Domenico Calcagno, incaricato delle gestioni patrimoniali oggi subordinate alla rivoluzione post Ior che sta tanto a cuore a Francesco, cosa resta ai genovesi?
A Angelo Bagnasco, come a molti altri pastori dei greggi cattolici, resta il problema di come โcoprireโ il ministero in assenza non di potere romano, ma di preti, di sacerdoti, di ministri del culto cattolico, nel vuoto delle vocazioni e davanti alla necessitร di amministrare i sacramenti e di dire la messa, di pรจredicare il vangelo dal pulpito e in mezzo alla gente. Seminari vuoti, conventi deserti nel cuore delle cittร e nei paesi.
A Genova cittร ci sono 278 parrocchie e undici basiliche e meno di trecento sacerdoti diocesani, sempre piรน vecchi, molti malati. Ecco il primo problema di Bagnasco, ridimensionato a Roma, ma che resta in trincea a Genova.
Il vuoto nelle parrocchie e nelle chiese per ora si riempie con una vera e propria campagna acquisti nel clero di altre nazioni, sicuramente piรน prolifiche religiosamente dell’Italia. A Genova, dopo un rinforzo di sacerdoti polacchi, che evidentemente si erano infoltiti grazie al carisma di papa Woytjla nei decenni scorsi, oggi scocca l’ora degli argentini. E potrebbe sembrare quasi una coincidenza, se non fosse che papa Francesco รจ parso piovere sulla cattedra di Pietro dal cielo.
E’ argentino il nuovo sacerdote che si รจ appena insediato nella grande chiesa di san Siro, la vecchia cattedrale di Genova, nel cuore dei caruggi dove per stanchezza, per vecchiaia, si รจ arreso dopo decenni di immani sacrifici un prete eroe, don Luigi Traverso, una specie di santo che reggeva da solo nella sua stupenda chiesa l’urto sempre piรน violento della povertร rimontante nel centro storico genovese, sempre piรน territorio abbandonato, occupato dalla prostituzione, dallo spaccio di droga, degradato per la chiusura continua delle attivitร commerciali.
Poi nella chiesa di Bagnasco, che non si era certo adagiato sugli splendori dell’effimero potere romano, sono arrivati preti francesi dalla valle della Loira dove esiste una congregazione fondata da un amico del cardinale Giuseppe Siri, la โCommunautรจ Saint Martinโ, alla quale in memoria di quei vecchi legami, il vescovo di Genova ha chiesto aiuto. E cosรฌ in tre sono arrivati dalla Loira ed ora sono parroci in zone chiave della Valpolcevera, l’ex zona industriale, periferia dura di Genova, dove c’erano le raffinerie di Garrone, il petroliere.
La legione straniera, alla quale Bagnasco ha chiesto aiuto, ha mandato sotto la Lanterna anche molti sacerdoti indiani, che sono andati a occuparsi delle parrocchie di Voltri e delle alture sopra la delegazione del’estremo Ponete genovese, nel santuario dell’Acquasanta, uno dei luoghi di culto piรน popolare di Genova.
Insomma, se Francesco non riceve i pellegrini genovesi, anche perchรจ la sua visione della Chiesa e dei nuovi equilibri del potere papale prendono un assetto mondiale con i relativi impegni anche imprevedibili nelle domeniche dei pellegrinaggi diocesani, in qualche modo a Genova questa internazionalizzazione รจ giร cominciata. Per necessitร , ma anche per lo spirito ecumenico che non puรฒ che soffiare in una cittร con un grande porto, il cui figlio piรน famoso, Cristoforo Colombo, ha scoperto l’America, il continente che ci ha mandato, cinquecentoundici anni dopo, il papa argentino.
