Sampdoria-Genoa 2013: funghi e pere, i frutti dolci del derby

Samp-Genoa 2013: funghi e pere, i frutti dolci del derby

GENOVA –  Sampdoria-Genoa: funghi e pere, frutti dolci del derby. Era cominciata come una spy story quella del derby genovese tra Genoa e Sampdoria, partita dai tanti sapori, dalle attese nervose e dai seguiti che fanno perfino cambiare faccia alla città il giorno dopo. In un clima tradizionalmente riservato, vero understatment inglese, chi perde sparisce come se fosse cancellato, chi vince spradoneggia, maramaldeggia in un festival di battute e di show che snudano l’altra faccia del mood zeneise, l’ironia corrosiva.

La spy story dell’allenatore dei portieri genoani, Luca De Prà, nipote di una gloria rossoblu, vincitore di due scudetti agli albori del Cricket and Foot Ball Club, era stato beccato in tuta mimetica e scarponi sulla collina di Bogliasco, sopra il campo di allenamento dei “nemici” blucerchiati. Lo avevano scoperto gli sceriffi sampdoriani e lo avevano pure fotografato sotto un albero, rannicchiato nella sua mimetica, senza infliggergli punizioni, ma smascherandolo e innestando una manfrina che sembrava lo sfondo ideale per la umiliazione dei rossoblu prossima ventura.

Ma se sono costretti a spiare i calci di punizione e gli schemi del nemico, salendo nei boschi con il cannocchiale sono veramente messi male questi genoani! Sul fedifrago, smascherato e punito anche dalla sua società, che aveva preso anche schizzinose distanze, definendo la iniziativa assolutamente autonoma, si è scatenata un’ondata di riprovazione e di sfottò.

Nessuno credeva a un’iniziativa autonoma ma a una mission ordinata dall’allenatore del Genoa, il giovane e malsicuro Fabio Liverani, ex giocatore della Lazio e dell’Udinese, senza ancora il patentino da trainer, che nel derby si giocava probabilmente la panchina: avesse perso, inesorabile la legge del patron Enrico Preziosi si sarebbe abbattuta su di lui, come i fulmini e i temporali che avrebbero inondato lo stadio di Marassi nelle ore del pre-partita.

Inoltre la scoperta dello spione, del 007 beccato con le mani nel sacco, aveva armato il tifo avversario: boom di acquisti di tute mimetiche da sfoggiare allo stadio e striscioni per umiliare i genoani nella bolgia di Marassi, durante una delle partite più colorate del campionato italiano, il mitico derby.

Però, ora che il derby inesorabilmente l’hanno vinto i genoani per tre a zero, senza discussioni, asfaltando i blucerchiati in una partita dominata da cima a fondo, come sempre sovvertendo le previsioni della vigilia, ballerine come sempre nelle stracittadine ma in fondo sempre rispondenti alla regola dello sfavorito vincente novanta su cento, quella storia di spionaggio alla campagnola, goliardica e naif, si è capovolta a vantaggio del nostro eroe,  il De Prà Luca, nipote d’arte.

Il Genoa ha stravinto e lui è diventato un mito a posteriori, reintegrato nel ruolo di allenatore dei portieri da un trionfante Preziosi. Ma non solo. Per quei giochi perversi che si scatenano tra tifosi, la sua impresa è stata adottata e tradotta e perfino adattata ad altri eventi della cronaca genovese. Un eroe, perché la battuta che crocifigge di più i sampdoriani ora è quella che tocca a loro mimetizarsi, per risparmiarsi la valanga degli sfottò rossoblu. Tocca a loro, metaforicamente, nascondersi nei boschi mentre il loro presidente Edoardo Garrone, ex abile diplomatico, getta la maschera e parla di umiliazione e sgrida giocatori e allenatore, il fino a ieri inattaccabile Delio Rossi.

Nella vulgata del dopo derby sul prato di Marassi gli sconfitti non hanno solo trovato le tre pere, sinonimo dei gol, ma anche i funghi, frutti di stagione che , in realtà De Prà stava cercando nei boschi di Bogliasco.

Girano le battute più irridenti, come quella secondo la quale il prode De Prà ha trovato certo i funghi, ma “pesavano solo 11 grammi”, che tradotto in genovese e nel linguaggio della presa per i fondelli significa che non nel bosco lo spione aveva rinvenuto  undici “grami” o grammi di funghi, ma sul prato fradicio di Genova-Marassi, cioè undici giocatori scarsi quelli della Sampdoria.

La vicenda della spy story è stata così, attraverso i funghi”, collegata anche a quella che ha furoreggiato nei giorni scorsi a Genova, rimbalzando perfino sui mass media internazionali (si consulti il Daily Mail) del presidente della Regione Burlando, del Pd, beccato in un giorno di consiglio regionale a caccia di fungi nei boschi della Liguria.

Quella vicenda aveva suscitato grande scalpore non tanto perché lo stakanovista Burlando aveva disertato la seduta del Consiglio regionale ligure, ma perchè mentre i suoi colleghi sudavano in aula, lui postava su Twitter la propria foto trionfante, con in mano i funghi nei boschi di Rondanina.

Impudente ed anche un po’ provocatorio. Ne era nata una bella polemica nella quale il governatore si era difeso, sostenendo che aveva rispettato una vecchia tradizione famigliare della caccia ai funghi e che quella gita non avrebbe potuto farla più, avendo tutti i prossimi week end impegnati istituzionalmente.

La giustificazione non era servita e su Burlando si era abbattuta, propria alla vigilia del derby, una tempesta di riprovazione. Non solo il tema del politico che “bigia” per andare a funghi e si posta su Twitter era diventato il terreno di una facile ironia. Aldo Grasso, nella sua rubrica domenicale sul Corriere della Sera, aveva cucinato non i funghi ma Burlando alla piastra, ricordando anche il famoso episodio del 2007, quando il già governatore ligure era stato sorpreso dalla Polizia Stradale in contromano su uno svincolo autostradale di Genova e per sottrarsi al controllo aveva esibito una tessera da parlamentare, ruolo che non ricopriva più. Gli avevano sospeso la patente e inflitto una bella multa.

Inesorabile Grasso aveva anche recuperato quella leggenda metropolitana secondo la quale ai tempi nei quali il presidente era ministro dei Trasporti nel governo Prodi la sua fama era di non portare molta fortuna. “Una fama sinistra – ha scritto Grasso –  l’unica cosa di sinistra del bagaglio di Burlando“.

Battuta veramente feroce e probabilmente immeritata, ma, comunque, capace di catalizzare l’attenzione ancor di più su quella questione dei funghi. E siccome Burlando è anche uno sfegatato genoano, ecco che passato il derby negli sfottò successivi, è scattata la liason con la gita nei boschi di Luca De Prà. Si va a caccia di funghi non di segreti calcistici, aspettando Genoa-Samp e mentre Burlando ne trova due quintali e suggerisce perfino come cucinarli da cuoco provetto qual è, De Prà non trova i porcini ma la Samp a pezzi.

Giochi di frutti di stagione, che poi il risultato rotondo a favore dei rossoblù è riuscito a condire ancora meglio. I genoani hanno raramente vissuto un derby più tranquillo di quello di domenica scorsa: vittoria mai in discussione, schiacciante superiorità, sfuriata del presidente avversario contro i propri giocatori, materia per sfottere all’infinito. E il derby di ritorno sarà a febbraio, quando non è più tanto la stagione d elle pere e dei funghi. Chissà quale frutto si apparecchierà sulla tavola verde dello stadio di Marassi? I sampdoriani vorrebbero un piatto gelato, perché la vendetta si serve fredda. Ma chissà……..

Published by
Warsamé Dini Casali