Caso Ablyazov, Kazakhstan come Corea del Nord. E se fosse stato rimandato là?

Mukhtar Ablyazov

ROMA – E se il sequestro e la consegna di due persone, una delle quali di 6 anni di età, per di più parenti di un dissidente, rifugiato in Gran Bretagna, fosse avvenuto a favore della Corea del Nord, cosa sarebbe mai accaduto?

In quel paese infatti vige uno dei regimi comunisti più chiusi e autoritari.

I diritti politici e civili sono negati.

Il diritto alla difesa è un optional.

La libertà di stampa non esiste.

La tortura è praticata.

Le opposizioni sono inesistenti.

Ebbene tutte queste caratteristiche si applicano anche al Kazakistan.

Il paese del dittatore Nazarbaev occupa quasi sempre uno degli ultimi posti in tutte le graduatorie internazionali in materia di diritti civili e di libertà. Chi avesse voglia di saperne di più potrà consultare tutti i rapporti di Amnesty International e dell’Onu.

La principale differenza con la Corea sta nella sua collocazione geografica, nel possesso del petrolio, negli affari conclusi con le grandi compagnie italiane, a cominciare dall’Eni, nella amicizia esibita e conclamata tra Berlusconi e Nazarbaev.

Tutto il resto é noia, per citare Franco Califano.

Queste sono le ragioni economiche, ancor prima che politiche, che hanno consigliato la cessione di sovranità nazionale, come ha puntualmente commentato, sempre su Blitz, Gennaro Malgeri. Se poi si vuole o si deve fingere che la colpa sia stata di un funzionario di polizia, si faccia pure, ma non si pretenda di essere creduti, né in patria, né fuori dai confini nazionali.

Le donne sono state consegnate alla ambasciata kazaka, perché quello è considerato un paese amico, perché così è sempre stato, perché ci sono “miliardi” di validi motivi per non indispettire il presidente dittatore, alla faccia del rispetto del diritto internazionale e della tutela dei diritti umani.

La responsabilità di quanto è accaduto non può che essere politica. Le dimissioni non possono che riguardare il ministro Alfano.

Se, invece, ragioni di opportunità e di opportunismo, consigliano di mettere tutto a tacere, almeno si eviti di scaricare la responsabilità sui funzionari che avrebbero agito di testa loro e tenendo all’oscuro le Autorità di governo.

Porcheria per porcheria diamo la colpa alla Corea della Nord, almeno non corriamo il rischio di dover subire ” dolorose” ritorsioni commerciali, le uniche che ancora provocano commozione e ” sincera indignazione”.

 

Published by
Emiliano Condò