Lino Banfi e Montalbano contro Saviano: autolesionismi della Rai di Masi

“La Rai non mi ha più voluto con il Medico in famiglia, e mi manda al massacro contro Saviano…”, sono parole di Lino Banfi, il popolare attore pugliese, per altro di dichiarata fede destrorsa, parole usate per commentare la decisione della direzione generale di mandare allo sbaraglio la sua fiction “Tutti i padri di Maria” per tentare di ridurre l’ascolto del programma di Fazio e Saviano.

Così, dopo aver riesumato Montalbano per contrastare la puntata dedicata ai rapporti tra politica e mafia, adesso useranno anche la sacra famiglia pur di danneggiare ed oscurare una produzione della medesima Rai.

Alla Rai occorre uno psichiatra”, aveva titolato Blitz qualche giorno fa, forse uno psichiatra solo non sarà sufficiente, sarà necessario rafforzarlo con la presenza di robusto personale paramedico e magari anche con un reparto della celere in tenuta anti sommossa.

Quello che sta accadendo alla Rai non ha precedenti, neppure nelle pagine più buie della storia della Rai. Che pure di pagine buie ne ha viste tante. Mai, ma proprio mai, si era arrivati alla controprogrammazione negativa, alla deliberata volontà di diminuire i propri ascolti, pur di colpire quello che si configura come l’avversario da colpire, si tratta di un avversario perché così ha urlato il presidente del Consiglio nella sua esibizione telefonica domenicale, contro la Rai e contro la stampa.

Se ancora fosse restato qualche dubbio ci ha pensato il fedelissimo Dell’Utri, già condannato in primo e secondo grado, a fugarli tutti, ammonendo Saviano a non esagerare, intimandogli di non parlare di lui e delle sue condanne, e aggiungendo che Raitre dovrebbe trattare in modo diverso e meno denigratorio il Cavaliere, intendendo con questo appellativo, tuttavia, quello originale: il Benito da Predappio.

Dell’Utri, come è noto, non parla a vanvera, questo singolare accostamento tra mafia, fascismo, presunte verità storiche, diari del Duce perduti e da lui ritrovati, dito puntato contro Saviano e Fazio, creature odiate dall’amico Silvio, appare singolare, persino inquietante.

Non si tratta di parlar bene sempre e comunque di questi programmi di Raitre. Ognuno ha il diritto di pensarla come crede, e di guardare quello che gli garba, ma qui siamo in presenza di una forma di demenza aziendale che prima autorizza un programma e poi cerca di assassinarlo.

Arroganza, sciatteria, dilettantismo si fondono in modo indistinguibile, a tal punto che, per la prima volta, dopo decenni, quasi tutte le organizzazioni sindacali, giornalisti compresi, hanno deciso di indire una giornata nazionale di sciopero per liberare la Rai non dalla destra, ma dai molestatori, dai guardiani dal conflitto di interessi, da chi non riesce più a distinguere tra azienda di servizio pubblico e patrimonio privato dell’altro cavaliere: in questo caso il Silvio da Arcore.

Le vicende di queste ore dovrebbero quanto meno, ma non accadrà. L’attenzione delle autorità di garanzia del settore .E’ normale che una azienda si affondi da sola? Chi avrà un vantaggio da questa scelta? Chi pagherà gli eventuali danni? Può un patrimonio pubblico essere deprezzato per evidenti ragioni di censura politica? Hanno mai sentito parlare, almeno per sentito dire del conflitto di interessi?

Dal momento che nell’attuale consiglio di amministrazione della Rai siede anche un autorevole magistrato della corte dei conti vogliamo sperare che, almeno lui, abbia preso buona nota dell’accaduto e abbia già trasmesso una relazione alla massima magistratura contabile, quella che dovrebbe tutelare i soldi della comunità.

Una sola cosa, in questa vicenda, ci riempe di intima soddisfazione e cioè che per arginare Saviano e Fazio siano stati costretti a riesumare quel Montalbano, tratto dalle opere di Camilleri, uno di quegli scrittori che, esattamente come Saviano, fecero perdere le staffe al medesimo Berlusconi quando affermò: “Li vorrei strozzare con le mie mani quegli autori che parlando e scrivendo di mafia hanno contribuito a sporcare l’immagine dell’Italia all’estero…”. Ironia della storia, per fermare Saviano hanno dovuto inginocchiarsi davanti alle repliche della creatura di Camilleri.

Di questo passo la prossima volta proveranno a chiedere a Michele Santoro di spostarsi in prima serata su Raiuno, forse potrebbero riuscire nel miracolo di far volare insieme Raiuno e Raitre, poi forse si consegneranno spontaneamente ai dottori e agli infermieri…

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