ROMA – “Siamo tutti Boateng” titola la Gazzetta della Sport, e come non concordare? In questo caso potremmo anche aggiungere Forza Milan, Bravo Adriano Galliani, l’amministratore delegato che ha sostenuto la scelta della squadra, e bravissimi il capitano Massimo Ambrosini e l’allenatore Massimiliano Allegri che hanno deciso di lasciare il campo di Busto Arsizio e di “punire” quel pugno di razzisti che avevano deciso di dar sfogo alla loro stupidità e ai loro odi, anche in occasione di una partita amichevole.
Un bravo anche al magistrato che ha deciso di contestare il reato di istigazione all’odio razziale e di applicare la legge Mancino, applicata in genere pochissimo, persino in presenza di plateali manifestazioni di odio, di antisemitismo, di esaltazione del nazifascismo.
Non è mancato, ovviamente, neppure il deputato leghista che ha minimizzato l’episodio perchè “Boateng con tutto quello che guadagna mica può fare lo schizzinoso…”, il che la dice lunga sul retroterra che alimenta i cori dei razzisti.
Naturalmente tutti coloro che hanno giustamente e legittimamente incassato elogi e lodi debbono tenersi pronti a ripetere il gesto anche qualora gli stessi episodi dovessero ripetersi durante il campionato con i punti in palio e con le dirette tv in corso.
Il gesto di Busto Arsizio non potrà e non dovrà restare isolato. Da oggi l’intero sistema calcistico, arbitri compresi, dovrà dimostrare di avere appreso la lezione e mai più una partita potrà proseguire in presenza di cori razzisti, di banane sventolate dagli spalti, di cartelli antisemiti e via discorrendo con tutto l’armamentario dello squallore e del disonore.
Guai se si desse anche solo l’impressione che quello che è capitato a Busto, durante una partita senza punti in palio e senza diritti tv in ballo, non possa ripetersi ancora!