Vanessa e Greta. Giulietti: “Sto con Gentiloni, contro istigazione a violenza”

Greta Ramelli (a sinistra) e Vanessa Marzullo (a destra)

Si, lo confesso, sono un vecchio amico di Paolo Gentiloni e, insieme a lui, mi sono ritrovato a condurre molte battaglie contro le censure e i conflitti di interesse.

Non a caso il suo nome lo ritroviamo tra quelli dei fondatori della Associazione articolo 21 e tra chi ha creduto, sin dall’inizio, nella avventura editoriale di Blitzquotidiano.it.

Per queste ragioni sono stato ancora più orgoglioso nel vederlo accogliere Vanessa Marzullo e Greta Ramelli finalmente libere.

I ” Risentiti speciali” che animano l’Italia, dentro e fuori la rete, ancor prima di rallegrarsi per la buona riuscita di una difficile operazione politica e diplomatica, hanno cominciato a ricoprire di insulti e di minacce il ministro e le due ragazze.

Nessuno contesta, e ci mancherebbe altro!, il diritto al dissenso, al dubbio, le legittime domande sulla trattativa e sull’eventuale riscatto, ma altra cosa é l’istigazione alla violenza, allo stupro, alla decapitazione.

Non si può fingere di non sapere e di non vedere che ci sono tra noi individui che si sarebbero augurati il fallimento del silenzioso lavoro del ministro e dei suoi collaboratori e l’assassinio di Greta e Vanessa.

Non manca neppure chi giustifica l’istigazione a delinquere e l’apologia dello stupro sotto le bandiere della libertà di informazione e persino del diritto di satira.

Costoro sono solo dei delinquenti e spetta alle Autoritá competenti applicare le leggi già in vigore.

Il ministro Gentiloni, per altro, ha definito “illazioni” le notizie relative al pagamento dei 12 milioni di euro e chi continua ad ingiuriarlo dovrebbe almeno portare uno straccio di prova e non semplicemente una sequela di ingiurie.

In ogni caso continuiamo a preferire un ministro che opera per salvare le teste, ai tanti “Risentiti” che vorrebbero solo vederle rotolare sulle pubbliche piazze, naturalmente solo sino a quando non dovesse toccare a loro o un loro sodale.

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Marco Benedetto