
MILANO – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo anche su Uomini & Business col titolo: “Il crack arriva l’anno prossimo”.
Di nuovo sulla stampa internazionale si leggono opinioni allarmate sullโItalia. Non รจ vero che tutto รจ a posto: poichรฉ il paese non cresce e non crescerร , il suo debito diventerร insostenibile e paralizzante: dovrร impiegare tutte le sue risorse per pagare gli interessi e non avrร piรน mezzi per innescare lo sviluppo. In pratica, si infilerร lungo una spirale perversa che potrร portarla solo alla rovina.
Anche perchรฉ i mercati capiranno presto che lโItalia non ha alcuna possibilitร di rientrare entro parametri accettabili e che la sua unica prospettiva sarร quella di aumentare indefinitamente il proprio debito. A quel punto, per non fare default nel peggiore dei modi, non le resterร che uscire dallโeuro, riacquistare la propria sovranitร monetaria, svalutare la moneta e obbligare la Banca dโItalia a acquistare i suoi titoli di debito, i suoi Bot, insomma.
Ma lo scenario dei prossimi anni รจ proprio questo?
Qualche preoccupazione cโรจ. Ormai sono tre anni che si sta in recessione e anche il 2015 non promette molto bene. Il governo promette una crescita dello 0,6 per cento, ma forse sarebbe bene non farci molto conto. Per due ragioni. La prima รจ centri di ricerca indipendenti parlano di cifre molto piรน basse: 0,2-0,3 per cento, e anche 0,1 per cento. Poi va detto che questi numeri bassissimi non vogliono dire quasi niente: basta che unโautobotte si rovesci sullโAutosole e blocchi il traffico per un giorno per vedere svanire lโ1 per cento. Oppure potrebbe esserci una primavera molto inclemente.
Insomma, con queste previsioni di crescita non siamo affatto in una zona sicura e tutto potrebbe accadere. Per essere tranquilli bisognerebbe aver messo in cantiere una ripresa del 2 o del 3 per cento. Ma siamo lontanissimi da tutto ciรฒ.
Allora hanno ragione i gufi che vedono il default dellโItalia forse giร nel 2015?
No. Ci sono diverse possibili reti di sicurezza. La prima, anche se se ne parla poco, รจ rappresentata dalla Banca centrale europea, che certo non assisterebbe immobile al collasso di un paese dellโimportanza dellโItalia. Lโesperienza dei disastri combinati con la Grecia dovrebbe servire e nessuno ha piรน voglia di ripeterli: quindi la Bce interverrebbe per tamponare un eventuale disastro e dare tempo allโItalia di riprendersi.
A quel punto anche la Commissione Ue di Bruxelles chiuderebbe un occhio sul rigore e consentirebbe al nostro paese di sforare il famoso parametro del 3 per cento al fine di trovare un poโ di soldi da usare in funzione anti-crisi.
Infine, anche il sistema politico, avendo appena sfiorato il default, e con la Troika dietro lโangolo, forse ritroverebbe un poโ di coraggio e di coesione e realizzerebbe finalmente le riforme che potrebbero fare dellโItalia un paese normale.
