Il ricatto di Putin: stop al l’export di gran ucraino: in allarme 36 Paesi e l’Europa rischia la bomba migranti
Ultimo ricatto di Putin: stop al grano ucraino. Conseguenza: pagano i più deboli cioè 400 milioni di persone – stima Guiterres (Onu) – nei Paesi che dipendono dalle esportazioni alimentari ucraine.
Fatta la frittata , incassata l’indignazione del mondo occidentale (“cinico e crudele“), assorbita l’ira scontata degli USA, lo zar ha corretto il tiro: no, non usa affatto “il cibo come arma”, ha detto.
E a riprova delle sue buone intenzioni ha annunciato:”Manderemo gratis il nostro grano in Africa “. Tira aria dell’ennesimo bluff. Perché l’obiettivo della Russia, almeno secondo gli analisti indipendenti, è di affamare le persone. “Putin ha bisogno di ondate di rifugiati verso l’Occidente”. L’Europa rischia la bomba migranti. Perché mai dovrebbe cambiare la sua strategia?
Questo stop al grano è in realtà una vendetta del Cremlino che risponde “all’attacco terroristico” al ponte di Crimea; un attacco ritenuto lo sfregio di Kiev a Mosca. Il ponte di Kerch è il cordone ombelicale con la Madre Russia, è l’unica via di terra per i rifornimenti militari con la penisola occupata nel 2014 da Putin. Gli ucraini lo hanno bombardato poche ore prima dell’accordo tripartito con Ankara sull’export del grano ucraino.
E Kiev ha subito rivendicato l’attacco (“lo abbiamo fatto noi con droni di superficie”). Immediata la “risposta” al veleno di Putin :”I terroristi sono degli insetti e vanno distrutti con metodi disumani perché capiscono solo il linguaggio della forza “. E domenica mattina, puntuale, è partito l’ordine dal Cremlino di attaccare gli hub di cereali di Odessa e Mykolaiv con le navi portamissili Kalibr in servizio nel Mar Nero.
Il mancato rinnovo dell’accordo sul grano ucraino (accordo scaduto il 17 luglio) ha messo in allarme 36 Paesi secondo i dati del PAM (Programma Alimentare Mondiale, sede centrale a Roma). Paesi fra i più poveri e vulnerabili nell’area africana e mediorientale come Siria, Libano, Yemen, Somalia, Congo. Il PAM ha già acquistato 625 tonnellate di quel grano per le operazioni umanitarie in Paesi come Afghanistan, Etiopa, Kenia.
Concludendo: senza un dietrofront di Putin si annuncia un disastro umanitario epocale. La Turchia è già al lavoro per costruire un accordo parallelo sull’export dei cereali. Auguri.