Una pagina di giornale mette in luce la duplice e simmetrica, dominante e progressiva follia italiana in materia di immigrazione. A pagina 22 di Repubblica del 21 dicembre sono descritte due storie che mostrano due volti del nostro Paese: da un lato quello”spietato” del razzismo di matrice leghista, dall’altro quello ipocrita della falsa integrazione.
Da un lato succede che ad Alzano Lombardo, piccolo comune delle valli bergamasche, la giunta a maggioranza leghista ha deciso di favorire il ripopolamento del centro storico. Con concessioni e agevolazioni fiscali, ma solo per “coppie sposate” e cittadini italiani. perfino i nuovi box auto in centro saranno solo “per cittadini italiani”. Parcheggio etnico dunque.
Se una misura del genere non rappresenta una novità né per le amministrazioni targate Carroccio né per il comune di Alzano Lombardo (anche l’accesso alle case popolari segue criteri discriminatori), sorprendono invece le dichiarazioni dell’assessore all’Urbanistica, Camillo Bertocchi: “Questo è un modo per rafforzare il tessuto sociale e favorire l’integrazione”. E da quando l’integrazione si favorisce attraverso la discriminazione?
La seconda storia è avvenuta a Cagliari, dove due maestre di una scuola elementare hanno annullato la tradizionale festa di Natale per non imbarazzare gli alunni musulmani. Non è la prima volta che si vede all’opera questa pedagogia tutta politica, questa sociologia mal masticata da “cattive” e soprattutto ignoranti maestre. La diversità di valori e costumi non si risolve azzerando ed è storicamente falso oltre che eticamente infondata la totale equiparazione di valori e costumi. Quelle maestre, se chiamate ad una lezione di educazione civica, la abolirebbero quando si parla di diritti della persona per non turbare le piccole figlie di islamiche famiglie dove la donna è sub persona? Si è di fronte, in questo caso, ad una discriminazione al contrario. Una discriminazione che non fa bene a quell’integrazione rivendicata dalle due maestre: la storia dell’uomo ci insegna infatti che le società si evolvono attraverso il principio di “inclusione” e non attraverso quello di “esclusione”.