ROMA – Cesare Lanza ha pubblicato questo articolo anche sul suo blog.
Fui tra i primi, e piĆ¹ appassionati, ad accogliere con entusiasmo la designazione di Laura Boldrini alla presidenza della Camera. Ma quasi subito sono rimasto deluso dai suoi comportamenti, dalla rude intransigenza su situazioni secondarie (come l’ultimo episodio, lāincidente con Ignazio La Russa), alle contraddizioni, dallāesagerata considerazione di sĆ© alla retorica usata in quantitĆ industriale, dalla indulgenza alle apparenze alla scarsa attenzione verso le scelte concrete e i problemi reali.
L’ultimo episodio ĆØ di martedƬ 5 maggio 2015. Ignazio La Russa stava concludendo un suo intervento alla Camera ed ĆØ stato bruscamente zittito dalla presidente Boldrini, al limite dei cinque minuti consentiti. I n precedenza, tutti o quasi si erano allargati fino a sei minuti e piĆ¹, La Russa ha chiesto anche lui un minuto di tolleranza. Niente da fare, La Russa si ĆØ ribellato ed ĆØ stato invitato con fermezza a lasciare lāaula.
La Russa ha poi dato in tivu la sua interpretazione: la Boldrini lo avrebbe tacitato perchĆ© aveva capito che cosa stava per dire, e cioĆØ che il sindaco di Milano era stato fischiato da trentamila suoi cittadini.
Non ĆØ stata, Boldrini, presidente di tutti, a mio opinabile parere, non ĆØ stata una garanzia per tutti. Che peccato: unāoccasione perduta per la Camera, per la politica italiana, e per lei stessa. Se avesse mostrato imparzialitĆ ed equidistanza verso tutti, serenitĆ ed equitĆ nella indispensabile fermezza, una diversa altezza di pensiero, sono convinto che avrebbe potuto essere candidabile al Quirinale. Anche per lāincontenibile precedenza che viene data, o quanto meno costantemente proposta e suggerita, al privilegio di essere donna.