
ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato su Uomini & BusinesĀ un articolo intitolato Governo/Il libro dei sogni. Turani sostiene che anche il governo Renzi, come tutti quelli che l’hanno preceduto, tornerĆ ad aumentare le tasse. Al contrario di quello che (tutti) i politici promettono. La prima occasione, sostiene Turani, si avrĆ con la presentazione del nuovo Def, il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria che il Consiglio dei Ministri approverĆ proprio in questi giorni. BlitzQuotidiano vi propone l’articolo integrale:
Le promesse contenute nel nuovo documento, Def, in cui viene disegnato il nostro futuro per i prossimi tre anni sono, come sempre, allettanti e intriganti. Al primo punto, ovviamente, si dice che non ci saranno nuove tasse. Meraviglioso, peccato che questa promessa venga fatta da almeno dieci anni, regolarmente. E altrettanto regolarmente disattesa. Il sistema ormai ĆØ noto: le imposte centrali, magari, non aumentano, ma si tagliano i trasferimenti agli enti locali (comuni, province e regioni), ai quali si lascia poi la facoltĆ di recuperare soldi attraverso lāaumento ālocaleā delle imposte. Le tasse non aumentano, hanno promesso tutti gli inquilini di palazzo Chigi, ma nel quarto trimestre del 2014 siamo arrivati oltre il 50 per cento di pressione fiscale. Negli anni del miracolo (50-60) si era poco sopra il 20 per cento. E anche in anni più recenti eravamo poco sopra il 40 per cento.
La seconda promessa riguarda la crescita. Per questāanno si prevede lo 0,7 per cento, ma poi si sussurra che forse si andrĆ oltre lā1 per cento. Secondo gli esperti e previsori professionisti si tratta di sogni a occhi aperti. Per lāanno prossimo (e successivi) si annuncia addirittura una crescita dellā1,5 per cento e oltre. Come questo sia possibile senza una profonda rivoluzione del āsistema Italiaā rimane un mistero. Un sistema che, giova ricordarlo, sta arrivando in ritardo anche su un evento deciso e programmato anni fa (lāExpo milanese).
Infine si annunciano tagli consistenti alle spese improduttive. I relativi provvedimenti, però, vagano nelle aule parlamentari da mesi. E probabilmente ci saranno forti opposizioni sia da parte della burocrazia che dei politici coinvolti nella riorganizzazione, come del resto è successo fino a oggi.
Allora che cosa succederĆ ? Impossibile dirlo. Il Def, infatti, non ha valore di legge, non ĆØ vincolante per nessuno. E quindi ci si può scrivere tutto quello che si vuole. In passato ĆØ stato anche definito, impietosamente, come āil libro dei sogniā.
Oggi siamo tutti un poā più navigati e possiamo dire che il Def contiene le cose che il governo di Matteo Renzi vorrebbe fare, che riterrebbe utili per il paese. Eā una specie di programma, di manifesto delle buone intenzioni.
Dopo, per rendere quelle cose realtĆ , bisognerĆ andare in Parlamento, presentare le relative leggi, e farsele approvare in tempi abbastanza rapidi. E non tira proprio aria da decisioni veloci.
