
Lele Scieri, l'Esercito si costituisca parte civile. Sarebbe un segnale contro il nonnismo (Foto d'archivio Ansa)
ROMA – Nei giorni scorsi la Procura del Tribunale di Pisa e la Procura militare hanno chiuso, dopo ben 21 anni, l’indagine contro 5 militari accusati dell’omicidio del giovane parĂ siracusano Emanuele (Lele) Scieri.
A luglio si terrĂ l’udienza preliminare. A Siracusa, cittĂ natia di Lele, è stato chiesto di intitolare una strada, una piazza che ricordi questo ragazzo.Â
Lele, 26 anni, è morto ammazzato, secondo i magistrati, mentre serviva la Patria, non in uno dei tanti difficili impegni operativi che coinvolgono i nostri militari, ma all’interno di in una caserma.
L’iniziativa è stata sottoscritta dal Presidente della Commissione Difesa del Senato Laura Garavini, dall’on. Guido Crosetto, dal direttore de l’Espresso Marco Damilano, dal Col. Gianfranco Paglia, medaglia d’oro al Valor Militare, dall’assessore alla cultura del Comune di Siracusa Fabio Granata e da tanti altri.
Ancora meglio sarebbe se l’Esercito, così come ha fatto l’Arma dei Carabinieri nel processo Cucchi, si costituisse parte civile per prendere inequivocabilmente le distanze, sia pure dopo tanti anni, da questi presunti assassini.
L’Esercito lo deve a Lele, alla mamma Isabella e al fratello, ai familiari e agli amici, ma lo deve anche ai tanti militari che con disciplina, dignitĂ , sacrificio, rispetto, indossano la divisa e non sopportano che questa sia infangata.
Certo, l’Esercito di oggi non è quello di allora, molto cose sono cambiate. Non c’è piĂ¹ alcuna tolleranza verso atti di bullismo, i soldati sono tutti volontari e professionisti e la presenza delle donne ha attenuato gli istinti stupidi e aggressive.
Ma costituendosi nel processo come parte civile, cioè come parte lesa, l’Esercito invierebbe un segnale inequivocabile non solo rispetto a quanto avvenuto in un passato ormai lontano, ma anche rispetto al presente e al futuro.
Coraggio Gen. Salvatore Farina, lei piĂ¹ volte ha indicato la strada, con le parole e con l’esempio. Compia ancora un altro gesto, aiuti l’Esercito a liberarsi definitivamente del fantasma del ‘nonnismo‘.
