
USA, NEW YORK – Le banche argentine si preparano a scendere in campo per aiutare Buenos Aires a evitare il default. Secondo le indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal, gli istituti starebbero lavorando a un piano per acquistare le pretese legali sui bond degli hedge fund, che dovrebbero chiedere alla giustizia americana di sospendere temporaneamente la sentenza.
La giustizia ha stabilito che l’Argentina deve pagare chi ha aderito al concambio allo stesso tempo degli hedge fund. Il termine ultimo per il pagamento e’ mercoledi. Nel caso in cui Buenos Aires non pagasse sarebbe default.
Con il promesso aiuto delle banche, l’Argentina sull’orlo del default cerca un accordo dell’ultima ora. Le trattative proseguono e la Borsa di Buenos Aires vola in chiusura salendo del 6,5% sulla speranza di un accordo che scongiuri il secondo default in 13 anni. I toni però restano alti, con il presidente Cristina Fernandez de Kirchner che attacca il giudice americano Thomas Griesa, accusandolo di non essere stato neutrale, e gli hedge fund che stanno compiendo una vera aggressione nei confronti del Paese. Kirchner incassa anche l’appoggio del presidente brasiliano Wilma Rousseff: la minaccia contro l’Argentina e’ un precedente pericoloso, il Mercosur non puo’ lasciare che gli speculatori colpiscano i mercati del credito, ha detto.
Intanto, i titolari di bond argentini denominati in euro che hanno aderito al concambio chiedono al giudice Griesa di sospendere la sentenza, che prevede il pagamento nello stesso tempo da parte di Buenos Aires di chi ha accettato lo swap e degli hedge fund che non lo hanno fatto.
Sugli sviluppi della vicenda c’e’ ”incertezza”, afferma Elliott Management, uno degli hedge fund che si e’ visto riconoscere dalla giustizia il diritto di essere rimborsato per intero sui bond. Un default dall’impatto limitato, rassicura d’altra parte il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Christine Lagarde. ”Anche se un default e’ sempre spiacevole, non riteniamo che avrebbe un impatto forte su ampia scala” precisa Lagarde. L’andamento dei bond argentini, anche se sotto pressione, ha indicato di recente che gli investitori non prevedono una catastrofe imminente ma – avvertono alcuni analisti – esistono rischi.
”La situazione debole dell’Argentina dal punto di vista di bilancio e monetario fa si’ che le chance che la situazione finisca fuori controllo sono abbastanza alte”, afferma Marcos Buscaglia, analista di Bank of America. Un default si tradurrebbe in richieste da parte dei titolari di bond per 29 miliardi di dollari, ovvero l’intero ammontare delle riserve estere dell’Argentina. Evitare il default e rispettare la sentenza americana implicherebbe invece, secondo Buenos Aires, pagamenti per 500 miliardi di dollari. Il rispetto della sentenza, confermata dalla Corte Suprema, farebbe scattare la clausola Rufo (Rights upon future options), ovvero la possibilita’ per chi ha accettato il concambio di chiedere rimborsi maggiori nel caso in cui l’Argentina pagasse di piu’ chi non ha accettato lo swap.
Buenos Aires continua a chiedere a Griesa una sospensione della sentenza per non far scattare la clausola e concedere tempo alle trattative con gli hedge fund, che l’Argentina continua a rifiutare di incontrare direttamente. Buenos Aires inoltre ritiene di non poter fare default perche’ i fondi per il pagamento sono stati depositati e Griesa li ha bloccati: tecnicamente quindi, e’ la tesi dell’Argentina, i fondi per il pagamento ci sono ma sono altri a bloccarli. Griesa nelle ultime ore ha dato il via libera a Citigroup a pagare gli interessi sui titoli discount emessi in dollari con giurisdizione argentina, in parte nelle mani di di chi ha accettato il concambio.
