ROMA – Auschwitz è di parte, così come il 25 aprile è di parte, per non dire della Resistenza, dei Partigiani che sono di partissima. E’ da tempo che circola questa per cui c’erano una volta due parti in lotta, anzi in guerra. Una ha vinto l’altra ha perso, ma non è che una fosse nel giusto e l’altra no, non è che una fosse la nostra civiltà e dignità umane e l’altra uno delle maggiori infamie della storia umana. E’ solo che una ha vinto e l’altra ha perso e che erano due parti e che insomma più o meno pari sono e che schierarsi peer l’una o l’altra non si fa, è appunto di parte.
E’ da tempo che circola. Sentita da qualche genitore quando a scuola parlano di Resistenza, seconda guerra mondiale, liberazione dal fascismo. Sentita, spesso, dalla labbra di Giorgia Meloni e delle mille, centomila, un milione Giorgia Meloni che popolano il paese. Sentita, spesso, nei discorsi di pragmatici leghisti che pensano a lavorare e che, non sia mai, non vogliono essere di parte. Sentita, sempre più sentita. Chiamiamolo revisionismo storico…di popolo.
E’ da tempo che circola ma con Auschwitz è di parte si è fatto Bingo! Più di così non si può, bersaglio centrato in pieno, massimo risultato, passare alla cassa per il premio. Roberto Cavalli, sindaco di Predappio, un nome da ricordare. Un precursore, un’avanguardia. Anzi no, un consapevole contemporaneo consapevole e attento alla contemporaneità. Cominciamo a far alzare dal sedile del bus le bambine negre (richiesta di una anziana di popol bianco). Diamo la scorta ad una sopravvissuta ad Auschwitz altrimenti in in strada rischia se riconosciuta. In Rai una notissima conduttrice si oppone fermamente a che in trasmissione vi sia il saluto alla senatrice ebrea Segre. Negri, ebrei peste del mondo si sente sempre più spesso e sempre più spesso si grida. Ci sta quindi, ci sta che Auschwitz è di parte, dirlo e pensarlo è solo un efficace e stringato riassunto dei contemporanei giorni italiani.
E sia, alla montante destra italiana, destra di popolo e di governo, gli ascendenti storici non fanno schifo, tanto meno destano imbarazzo. Nel più “democratico” dei casi la destra italiana montante, riguardo a fascismo e nazismo si fa pudica e dice: roba vecchia. Ma sempre più spesso non si tiene: nei consigli Comunali gli assessori e consiglieri, nei giornali e nelle tv i commentatori e qualche star, nelle piazze i militanti e manifestanti, nelle curve degli stadi le avanguardie, sui social le moltitudini…Sempre più spesso la destra montante non si tiene e dice basta, basta, basta con questa storia pro negri, ebrei e comunisti.
E’ questo quel che dice e pensa davvero. Ci mette, come fa il sindaco Canali, la foglia di fico del: perché i treni per Auschwitz non fermano anche a commemorare le vittime delle foibe? Invoca quindi par condicio, ma è foglia di fico. Fermata alle foibe? Certo, e anche fermata in Etiopia dove l’esercito italiano gasava militari e civili, a mucchi. E fermata in Libia dove gli italiani hanno inaugurato i lager di massa. E fermata anche nei Balcani dove gli italiani occupanti massacravano non per caso ma per ordine scritto ed eseguito. E questo tanto per restare alla seconda guerra mondiale, alla guerra italiana, alla guerra fascista.
Quante fermate dovrebbero fare quei treni della memoria…Ma non è memoria che si vuole dichiarando Auschwitz di parte, si vuole invece una par condicio che nella storia e nella civiltà non esistono. La par condicio tra nazisti ed ebrei? E’ questa la stazione finale del treno, per ora giocattolo, con cui gioca la destra italiana.