ROMA – Dieci miliardi in più dalla benzina, per l’esattezza 9,8. Il conto lo hanno fatto le associazioni dei consumatori e forse avranno arrotondato, forse perfino esagerato come è costume comune in ogni “grida” italiana. Ma molto lontano dal vero non devono essere andate, anzi c’è perfino il “rischio” che alla fine dell’anno risulti una stima per difetto. Se dipende solo dalla velocità con cui cresce il prezzo della benzina e del gasolio, dieci miliardi in più a fine anno nelle casse dello Stato potranno essere perfino inferiori al conto finale e non presuntivo. A “calmierare” c’è solo la tendenza obbligata e subita degli italiani a usare meno l’auto e quindi ad acquistare minor quantità di carburanti, finora circa un dieci per cento in meno se i rivenditori dicono il vero.
Dieci miliardi in più di incasso per il fisco nel 2012, ce n’è abbastanza perché il governo possa praticare uno “sconto” agli italiani. Un miliardo, solo un miliardo in meno per il fisco e restano alle casse pubbliche nove miliardi in più. Un dieci per cento del gettito suppletivo da investire da parte del governo in consenso, in respiro al bilancio familiare di milioni di famiglie. Un gesto minimo e concreto che non manderebbe in rovina l’erario. Un gesto a costo relativamente minimo e a “reddito” massimo in termini politici e sociali. Ma da questo orecchio Monti non ci sente ed è una sordità che stupisce. Forse siamo noi che non capiamo perché non fanno quel gesto e allora i professori ci spieghino almeno perché siamo noi a non capire. Altrimenti l’ipotesi della sordità, delle orecchie e occhi insensibili, diventa quasi certezza.