ROMA – E’ tempo di zanzare, anche nella vita pubblica. Minuscola come una zanzara è la polemica: deve o no la Rai fare e mandare in onda una trasmissione sui rifugiati con contorno di “personaggi” che insieme ai rifugiati per un po’ vivono nei campi? Non vi è chi non perda il sonno di fronte al dilemma. Minuscoli sono gli argomenti pro o contro: chi dice no alla messa in onda la trasmissione rigorosamente non l’ha vista, ha visto solo i lanci di agenzia sulla questione e si è sentito in dovere-occasione di schierarsi secondo le linee del politicamente corretto in uso e circolazione nel suo schieramento, qualunque esso sia. Lillipuziane le ragioni pantagruelicamente esposte, sia dalla Rai sia da chi in Parlamento, e niente meno che dalle istituzioni, la Rai ammonisce e praticamente diffida. Insomma un ronzar di zanzare, tanto piccole quanto rumorose e fastidiose, anzi nocive.
Pare, non è sicuro, dicono che la Rai manderà in onda a dicembre più puntate di “Mission“. E cosa è Mission? Fa sapere la Rai: “qualcosa che renderà più comprensibile alla gente la condizione vera dei rifugiati”. Un’inchiesta? No, di più. Un documentario? No, di più e di diverso. Qualcosa cui partecipano anche “personaggi”, per l’esattezza otto personaggi. Anzi, otto “Vip”. Subito si scatena il “politicamente corretto” della sinistra o, se si vuole, l’insopportabilmente posticcio che fa da pesce pilota alla sinistra. Insomma quel che Francesco De Gregori ha felicemente riassunto nella mistica delle piste ciclabili e del cibo a chilometro zero. Carlin Petrini, un po’ di Ignazio Marino più Gino Strada pensiero per l’occasione rifugiati. In altri casi aggiunge alla bisogna quanto basta di Roberto Saviano. Da queste fonti sgorga il politicamente corretto che stavolta sentenzia: non si può, non si deve, è un reality e il reality, si sa, è di destra mentre i rifugiati sono di sinistra. Quindi mandarli in tv via reality è offensivo, anzi blasfemo.
D’istinto, a leggere e guardare la reazione isterica del politicamente corretto e insopportabilmente posticcio a sinistra vien voglia di supporre abbia la ragione la Rai. Di darle ragione a priori. “Mission” nessuno l’ha visto, se gli zelanti ortodossi del rifugiatismo dicono che è male, vuol dire, è prova quasi sicura che Mission è bene. Però la Rai non ti aiuta, darle ragione non si può, nemmeno un po’. Perché la rai fornisce i nomi dei “personaggi”. Ed eccoli qua: Emanuele Filiberto, Al bano, Paola Barale, Michele Cucuzza, Barbara De Rossi… Vip? Formato bonsai, otto nani. Portare nella realtà dei rifugiati dei personaggi veri anche dello spettacolo e dello sport, un George Clooney, un Messi, un Alonso, una Angelina Jolie o della finanza o della scienza o della cultura questa sarebbe stata operazione che avrebbe lasciato alle beghine del “ricordati che devi soffrire anche in tv” solo l’eco patetico dei singulti d’ordinanza. Ma che operazione è, che cultura si ha nel definire personaggi gli otto nani di cui sopra?
Personaggi certamente sì del cortile per anziani e sotto scolarizzati della televisione pomeridiana. Ma, fuor di quel recinto, nani. Gente che nulla sa e nulla può produrre nel contatto con i rifugiati se non uno straniante e straziante: vediamo l’effetto che fa. Quindi alla Rai su Mission non puoi dar ragione perché ragione non ha.
Poi, ancora poi ma quasi subito leggi e vedi che la suddetta Rai viene ammonita niente meno che da Laura Boldrini, presidente della Camera. Fa sapere, tramite lettera a La Repubblica, che quando il suo lavoro era quello di occuparsi dei rifugiati una qualche trasmissione con la Rai la stava trattando. Ma era roba seria assicura. Mentre questa-dice la Boldrini-promette e minaccia di essere un orrido reality. In campana dunque Rai, firmato Boldrini. Se ne evince con certezza: la presidente Boldrini nulla ha visto di Mission se non gli articoli di stampa al riguardo, in particolare quello de La Repubblica. Quindi si pronuncia e si muove per sentito dire. Se ne evince con altrettanta certezza: la presidente della Camera si muove ad ogni refolo e sussurro di quello che considera il suo mondo di riferimento, appunto il politicamente corretto dell’insopportabilmente posticcio alla sinistra.
Presidente prezzemolo la Boldrini: al fianco di Ignazio Marino per inaugurare lo sgombero, parziale, di Via dei fori Imperiali dalle auto. Col ditino alzato a diffidare a destra e soprattutto a manca su rifugiati, esodati e cassintegrati. Prezzemolo su ogni minestra, il che non sarebbe proprio il mestiere e lo spessore, la gravitas richiesta a un presidente della Camera. Boldrini e gli otto nani Rai: un storiella zanzara a misura dell’Italia mignon.