ROMA – Ma perché i sindacati hanno indetto le assemblee che hanno bloccato l’accesso al Colosseo? Perché dopo la protesta del ministro Franceschini e ancor prima e soprattutto dopo la sfida del premier Renzi (“Non lasceremo la cultura in ostaggio ai sindacalisti contro l’Italia”) quegli stessi sindacati rilanciano preparando uno sciopero? Susanna Camusso ha detto che assemblea uguale democrazia e che quindi le iniziative sindacali sono in ultima analisi per e a difesa della democrazia. Forse, in parte, magari, una volta, dipende…Ma in concreto per cosa è partita la lotta sindacale, cosa vogliono, reclamano quelli della assemblee e magari sciopero del Colosseo oggi, Pompei ieri, tutti i Musei e siti archeologici magari domani?
Facciamocelo dire da loro stessi, ecco ciò che c’è scritto nel documento-piattaforma sindacale che indice l’assemblea a chiama alla lotta.
“Le rappresentanze sindacali unitarie della SS-Cool…situazione gravissima in cui si trovano i lavoratori di questo Ministero…in particolare ci sembra necessario denunciare…
1) Il mancato pagamento…”.
Mancato pagamento? Se c’è mancato pagamento i sindacati hanno ragione, mancato pagamento non si fa. Dicono i sindacati che i lavoratori aspettano soldi da “un anno solare”. I soldi delle “aperture straordinarie (1 maggio) e serali…”. Mancato pagamento? Se Ministero, se Stato non paga, sua e non dei lavoratori è la responsabilità del danno inflitto all’intero paese dalla chiusura per una mattinata del Colosseo. A dirla proprio tutta si avverte però anche un odore di…frittata rigirata. Nel documento sindacale si legge di mancato pagamento anche della “indennità di turnazione”. Ora dello specifico sappiamo nulla ma della Pubblica Amministrazione, del sindacalese e di come vanno e sono le cose nel mondo in cui viviamo sappiamo abbastanza per leggere in quella rivendicata “indennità di turnazione” la richiesta venga pagata una cifra a tutti, turnanti e non turnanti, e soprattutto venga riconosciuta come meritevole di indennità una prestazione ovvia e ordinaria, la turnazione appunto. Ma facciamo, sia pure con molto beneficio di inventario, fede alle parole dei sindacati. E archiviamo il primo punto: se c’è “mancato pagamento (indennità a parte) sindacato uno-governo zero nella partita delle ragioni.
2) “Mancata apertura trattative di comparto per il rinnovo del contratto nazionale dei dipendenti pubblici nonostante Corte Costituzionale abbia dichiarato incostituzionale il blocco dei salari…”. E qui no, qui proprio no egregi sindacati. Qui i sindacati danno non volendo ragione piena a quell’immagine usata da Renzi “Colosseo ostaggio”. Non c’è il rinnovo del contratto nazionale e quindi bloccate il Colosseo e i Fori? Questo è sequestrare un servizio pubblico, sequestrare il diritto degli utenti e richiedere riscatto in cambio del rilascio. Ed è pure un sequestro con corredo di bugia. La Corte Costituzionale mai ha detto che il blocco dei salari pubblici è incostituzionale. La Corte ha dichiarato incostituzionale in blocco protratto per troppo tempo. Quindi i lavoratori pubblici hanno ora diritto a ricontrattare un contratto appunto, ma non a denunciare come sopruso il blocco temporaneo dei salari. Un sindacalista onesto dovrebbe conoscere la differenza, un sindacalista onesto dovrebbe raccontarla giusta ai suoi compagni di organizzazione. Sindacato uno-governo uno nella partita delle ragioni.
3) “Decisione tutta politica di costituire senza accordi con le parti sociali sovrastruttura burocratica...Consorzio per la gestione Area Centrale laddove sarebbe invece necessaria una pianificazione assunzionale…”. Prima di arrenderci all’incomprensibilità per i profani, valutare che poi, in fondo, è scritto in chiaro. “Decisione tutta politica” vuol dire che gli amministratori, i ministri, i governi, insomma le istituzioni da sole non possono decidere e se lo fanno è male. E devono decidere con chi? Indovina…con i sindacati.
E che devono decidere? La “pianificazione assunzionale”. Cioè quanti, quando, dove e anche chi si assume. Ogni altro centro decisione, ogni altro luogo di decisione che non sia “il tavolo” con i sindacati è nel migliore dei casi “sovrastruttura burocratica”. Insomma nella Pubblica Ammnistrazione il sindacato oltre a fare il sindacato deve far anche la gestione del personale e la programmazione aziendale. Notare la scelte dei termini “pianificazione”, cioè patteggiamento e definizione a lungo termine delle assunzioni. Ovviamente a prescindere da efficienza, ricavi, produttività , sviluppo. Perché, immaginiamo, la cultura non è una merce. Tranne quando fa comodo farla sparire dal mercato per aumentarne il valore contrattuale (assemblee e sciopero). Sindacato uno-governo due nella partita delle ragioni.
4) “Mancata apertura di confronto su organizzazione lavoro…in grado di stabilire benessere organizzativo…”. E che sarà mai questo “benessere organizzativo”? “Restituire voce e dignità a quei lavoratori pubblici che quotidianamente (quotidianamente proprio no come da evidenza) permettono la pubblica fruizione del grande patrimonio culturale…Difendiamo lavoro pubblico contro lenta privatizzazione mascherata da valorizzazione”. E qui arriviamo al cuore ideologico ed ideale della lotta sindacale di quelli del Colosseo. Che stanno sereni e godono di “benessere organizzativo”, insomma lavorano, se sono sicuri che non ci si sogna di “valorizzare” e cioè di introdurre criteri, regole e valori di efficienza, sviluppo, ricavi, produttività , inventiva…Tutto questo è “privatizzazione”, cioè farina del diavolo. Manca solo “Il Colosseo è di quelli che ci lavorano”, sarebbe la perfetta sintesi della pretesa sindacale di essere oltre che sindacato, gestione del personale, management, consiglio d’amministrazione etc anche ministero, demanio, custode, proprietario, usufrutturario del Colosseo  di tutti i Colosseo d’Italia.
Nel documento di lotta sindacale c’è dunque un diritto, quello ad essere pagati e ci sono tre prepotenze, quelle di estorcere leggi e prebende sequestrando monumenti e quelle ancor peggiori di pretendere che nulla accada o si decida che non sia a misura, sotto il controllo del sindacato e dei suoi iscritti, la prepotenza somma di cancellare dal novero dei detentori di diritti ogni altra cosa e organizzazione e interesse che non sia il sindacato. Senza diritti reali il datore di lavoro, il governo, il turista, il visitatore, il cittadino…Sindacato uno-governo tre nella partita delle ragioni. Perché il sindacato ha giocato non contro il governo ma contro tutti.