ROMA – Cuore Italia batte per ritorno al passato, se non proprio al passato-passato, almeno all’altro ieri. Un altro ieri un po’ addolcito nella memoria ma non mitizzato. Tutt’altro il cuore profondo della società italiana se lo ricorda abbastanza bene l’altro ieri e perciò, proprio perché se lo ricorda, lo rivuole più o meno pari pari. Nell’altro ieri italiani infatti non tutti certo campavano alla grande e molti campicchiavano assai, però tutti o quasi campavano o campicchiavano…di rendita. E’ questa la grande nostalgia.
Grande nostalgia che emerge ovunque ti giri. Emerge accompagnata dalla sensazione e dal sospiro di sollievo di un’Italia “derenzizzata”, cioè liberata da quella fastidiosa e insolente incombenza di dover niente meno che cambiare i connotati sociali ed economici per adeguarsi al mondo che c’è fuori d’Italia. Questa forzosa intrusione, questo piede messo a tenere a forza aperta la porta di casa nostra, questo riformare lo stato delle cose è stato ritenuto offensivo prima ancora che vano. Un vero e proprio insulto al nostro modo di vivere. Quindi l’Italia appena “derenzizzata” si concede ovunque in pubblico la grande nostalgia.
Nostalgia di quando senza tante storie lo Stato pagava con i soldi pubblici il nessuno si fa male. Alitalia, Mediaset, Monte Paschi di Siena: ovunque il più se non il tutto dell’establishement e della pubblica opinione uniti, la Casta e la Gente in non singolare consonanza si aspettano a auspicano (si auspicano non si dice in italiano!) che lo Stato ci metta una pezza. Come ai tempi in cui senza tante storie le banche non fallivano perché pagavano i contribuenti e neanche le compagnie di bandiera e le grandi aziende erano difese dal mercato con i soldi pubblici. Come appunto nell’altro ieri italiano.
La storia delle banche è davvero fantastica: tutti, da Padoan a M5S attenti a che chi ha investito in Mps non ci rimetta un euro o pochissimo ci rimetta e tutti indifferenti a che il conto lo paghi chi non ha investito e rischiato un euro. Che il conto lo si paghi in tasse non frega nulla a nessuno, che lo possa pagare chi aveva azioni o obbligazioni fa scandalo. Non solo: si stabilisce che gli “investitori istituzionali” pagano di più e diversamente di quelli “di famiglia”. Chissà perché i Fondi di investimenti stranieri non sono venuti a partecipare all’aumento di capitale, chissà… Auguri sinceri quando si tratterà di attirare investimenti in Italia.
Nostalgia dell’altro ieri in Italia, quando c’era l’articolo 18 e non c’era il jobs act. Tra i tanti misfatti accertati del jobs act ci sono mezzo milione di contratti di lavoro in più tra il 2016 e il 2015 (dati ufficiali freschi freschi di ieri 28 dicembre). Per punire questo misfatto dell’aver prodotto mezzo milioni di contratti di lavoro in più Cgil ha raccolto 3,3 milioni di firme per un referendum che vincerebbe a spasso secondo ogni sondaggio. Obiettivo: ripristinare l’illicenziabilità di fatto nelle aziende non solo sopra i 15 dipendenti come era nell’altro ieri italiano, ma fino a cinque dipendenti. Tanti sinceri auguri per la produttività italiana, la più lenta in Europa da quasi venti anni.
Ritorno all’altro ieri nella legge elettorale. Berlusconi lo dice chiaro: proporzionale. Come prima che arrivasse lui, come prima del 1994. Quando ognuno prendeva parlamentari appunto in proporzione e si facevano i governi di coalizione in cui ognuno prendeva qualcosa, a suo modo perfino chi restava fuori. Berlusconi lo grida ma sono in tanti che lo sussurrano, al centro, a destra, nel Pd e proporzionale aveva detto anche M5S anche se tutti se lo sono scordati, anche gli stessi grillini. Vedrete se lo ricorderanno al momento giusto.
Ritorno all’altro ieri, per chi è interessato, anche nel Pd. Mascherata da ritorno all’Ulivo è gran nostalgia di quando si era sinistra riformista tanto nei documenti e nulla nei fatti. “Ritorno alla normalità nel partito” lo hanno battezzato e lo propongono come terra promessa i tanti anti Renzi. Ritorno a…Occhetto?
Ritorno all’altro ieri italiano nella scuola e basta con questa provocazione del merito come unità di misura e chi lo misura il merito e che mai sarà il merito? Ritorno all’altro ieri nella Pubblica Amministrazione, ritorno all’anzianità di precariato come competenza per entrare nei suoi ranghi, ritorno alle tasse che alla fine pagano tutto, ritorno al debito che finanzia quel che le tasse non pagano.
Ritorno all’altro ieri italiano dove il vivacchiare era garantito e pagato a piè di lista più o meno a tutti. E’ questa la grande, emergente nostalgia, la nuova voglia in ogni campo. Di vivacchiare si muore? E chi l’ha detto? Peste a chi lo dice! Vivacchiare è il nuovo sogno italiano 2017 e dintorni.