ROMA – Di Maio-Salvini: il governo del non ti pago. Nero si bianco la voglia, l’intenzione, la speranza, l’obiettivo di non pagare 250 miliardi di debito pubblico, un po’ più del 10 per cento del totale. Congratulazioni reciproche tra gli estensori-ideatori del Contratto Governo Cambiamento [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,Ladyblitz – Apps on Google Play] per l’idea semplice e geniale, l’uovo di Colombo del debito pubblico: non si paga! E presumibili feste e applausi tra la gente e dalla gente: non si paga, non si paga a quei cattivoni della Bce che, fessacchiotti, da anni se li comprano i titoli di Stato italiani.
Non si paga, 250 miliardi di debito pubblico tagliato, annullato, respinto, rifiutato, ripudiato come si dice in gergo. Avevo un debito, lo ripudio. Come si fa qua e là nel mondo con una donna che non ti fa più comodo. Ecco, il marciante governo Di Maio-Salvini ha nel cuore e nella mente un bel ripudio di questo convivente scomodo e fastidioso: il debito pubblico. Primo sfratto, primo atto del ripudio: il debito pubblico non lo pago per 250 miliardi.
Non ti pago, ma a chi non si paga? Chi ce l’ha in tasca i titoli del debito pubblico italiano? A chi Di Maio-Salvini propongono di non pagare 250 miliardi? Una parte di questi titoli è nelle tasche dei…risparmiatori italiani. Non la maggioranza, ma almeno 50 di quei 250 miliardi non pagati sarebbero non pagati agli italiani in carne e ossa. E altri 100 circa di quei 250 miliardi da non pagare sarebbero non pagati alle banche italiane che li hanno in portafoglio. Il resto è nelle banche europee e in tasca a risparmiatori stranieri.
Dunque la bella pensata del non ti pago è se attuata un prestito forzoso dalle tasche dei risparmiatori italiani per 50 miliardi, una sottrazione di circa 100 miliardi al sistema creditizio italiano e un messaggio chiaro e tondo quanto altri cento miliardi all’estero. Il messaggio è: non prestateci soldi, Italia non paga.
Però non è finita, c’è di più e di tutto nero su bianco nelle intenzioni, voglie, obiettivi, speranze, programmi del marciante governo Di Maio-Salvini. C’è l’ideona di realizzare un Fondo di 200 miliardi con i beni immobili dello Stato. Bene, bravi. Chi ce li mette i 200 miliardi, cioè chi compra gli immobili dello Stato? No, non c’è compratore e non c’è vendita. Si emettono quote del fondo, insomma si chiede prestito con garanzia gli immobili di Stato. E a chi si chiede questo prestito? Ma che domande, si chiede ai risparmiatori italiani.
Gli stessi cui hai appena cancellato 50 miliardi di titoli pubblici in nome del non ti pago. Ma il Contratto Governo Cambiamento non si cruccia di questi dettagli. E nel momento in cui si proclama governo del non ti pago, chiede 200 miliardi di prestito sulla sua garanzia. Prestito, sarà forzoso anche questo? Già era girata l’ipotesi dei mini Bot, cioè titoli di Stato di piccolo e piccolissimo taglio da far girare nell’economia come moneta alternativa. E con tutta probabilità, se adottati, i mini Bot prima o poi, più prima che poi inseriti in quota parte in pensioni e stipendi. Duemila euro di stipendio o pensione? Ad esempio: 1930 in euro, i restanti 70 in mini Bot. Che se te li tieni in tasca fino alla scadenza valgono 70, se li vendi prima valgono mettiamo 60/65. Così si fa prestito forzoso. Il Fondo Immobili di Stato che genera la bellezza di 200 miliardi qui e subito come fa? Eccolo come fa.
E’ tutto scritto nella Bozza di Contratto Governo Cambiamento. C’era scritto anche uscita dall’euro come via possibile e sperimentabile. Ma non è questo il punto. Sulla strada che Di Maio- Salvini indicano all’Italia non c’è l’uscita dall’euro, magari c’è la cacciata dall’euro. Non è che usciamo, è che ci cacciano.
Pateticamente gli estensori responsabili ideatori della Bozza dicono che è vecchia. Vecchia? E’ del 14 maggio! In quella Bozza ci sono le idee genuine, vere, autentiche e profonde di chi ha vinto le elezioni. Idee, voglie, obiettivi, scelte e strategie che contabilizzando i 17 miliardi per il reddito di cittadinanza, i 50/60 per la flat tax e i 10/15 per la legge pensioni anti legge Fornero (i numeri sono forniti da M5S-Lega) fanno circa quattro punti di Pil.
Oggi il deficit pubblico italiano è pari circa a 1,5 per cento del Pil. L’impegno contratto con l’Europa sarebbe portarlo a circa 1,3. Ma era l’altro governo. Ora il governo che vien fa 1,5 più quattro. Cioè sopra il 5 per cento del Pil di deficit nel 2019. Deficit da fare con la moneta garantita, quindi con cambiali di fatto sottoscritte anche dai contribuenti francesi o tedeschi o spagnoli o finlandesi o olandesi o austriaci o portoghesi…Cambiali che l’Europa, i suoi cittadini contribuenti devono sottoscrivere ed eventualmente onorare perché gli italiani possano spendere a deficit e debito. Gli europei devono così perché gli italiani hanno votato e voluto che facciano così. Altrimenti è “intollerabile ingerenza”.
Cioè il marciante governo Di Maio-Salvini intima a contribuenti ed elettorati europei (altro che burocrati) di farsi infilzare dal nostro debito non pagato e deficit triplicato e di state fermi perché si possa ben prendere la mira, altrimenti è ingerenza nella nostra volontà di infilzarli appunto.
Che dio ce la mandi buona, ma stavolta tira aria che perfino dio si astiene. Stavolta, guardando all’Italia, dio si atterrà al principio di autodeterminazione degli umani italiani. Stavolta otterremo per davvero quel che abbiamo votato. Tanto per cominciare, il governo del non ti pago e del prestito forzoso. E sarà solo l’inizio, il meno peggio, il resto verrà di conseguenza.