ROMA – Elezioni, unità nazionale: tutti, proprio tutti, contro Jean Claude Juncker. Grande accordo generale contro questo signore straniero che mette bocca nei fatti italiani, parla niente meno dei governi italiani che verranno. Unità nazionale, rarissima di questi tempi, contro l’intruso impertinente. Non c’è partito, candidato, telegiornale, quotidiano che non dichiari o titoli più o meno forte contro la sovranità italiana violata.
Juncker presidente Commissione Ue parlando della prima settimana di marzo che attende appunto l’Unione Europea non solo di Italia ha detto, ha fatto esplicito riferimento al referendum Sì o No tra nella Spd tedesca per il governo di coalizione e ha rilevato l’instabilità politica della Spagna. Ma tedeschi e spagnoli non risulta si siano offesi quanto noi, non sembra proprio si siano sentiti invasi nella loro sovranità nazionale. Meno gelosi custodi dei fatti loro tedeschi e spagnoli? No, diciamo che l’Italia tutta è più…sensibile. E che Juncker ha violato il comandamento primario della vita pubblica italiana, quello che recita e prescrive: agli italiani non far sapere.
Soprattutto non far sapere quel che gli italiani non vogliono sapere, non lo vogliono più sapere. Anche perché sono anni e anni e anni che tutti più o meno raccontano agli italiani che il loro voto, la loro volontà popolare, è onnipotente. Capace di mettere in rotta merci cinesi, tecnologia americana e di mettere all’angolo se non in fuga automazione del lavoro, globalizzazione dell’economia, migrazioni di popoli. Volontà popolare onnipotente, in grado di mettere al tappeto i mercati finanziari che ci prestano i soldi, magari non pagando più il debito. E capace di suscitare, creare, per partenogenesi da volontà popolare appunto, redditi di Stato, pensioni a 60 anni, posti di lavoro fissi, fissi qualunque cosa accada.
Sono anni e anni e anni e anni che tutti più o meno agli italiani raccontano questo. Lo ha fatto Berlusconi, lo fanno i sindacati, lo fa la sinistra, lo fa al cubo M5S, lo canta Salvini…Ma soprattutto lo fa da anni e anni e anni la cosiddetta comunicazione in ogni sua forma. E quindi gli italiani hanno cominciato a raccontarselo tra loro, si è formata una sorta di coscienza nazionale dell’onnipotenza della volontà popolare.
Talmente onnipotente che si offende se qualcuno si impiccia della sovranità delle cose nostre, dei fatti nostri. Allora è subito denuncia della “gamba tesa”, della “ingerenza straniera”, del “ricatto straniero”, della “intollerabile intrusione”. Ci uniamo a coorte come da inno nazionale a difesa della nostra inviolabile sovranità e dignità nazionale.
Abbiamo in effetti come comunità un’idea alta e vasta di cosa sia la nostra sovranità nazionale. E soprattutto di quanto sia estesa la nostra nazionale sovranità. Siamo fermi nel rivendicare che decidiamo noi sulle cose nostre. E tra le cose nostre, esclusivamente nostre, tra i fatti nostri e solo nostri in cui nessuno, tanto meno gli europei, deve mettere bocca e naso c’è, mettiamo con orgoglio e speranza il sovrano diritto nazionale di farci i nostri deficit e debiti.
Deficit e debiti sovrani e nazionali, tricolori e basta. Magari votati e voluti dagli italiani, tiè, alla faccia di chi si impiccia e non si fa i fatti suoi. Debiti e deficit nazionali, tricolori e sovrani. E garantiti da…non da noi, non proprio. Debiti e deficit tricolori garantiti dai soldi degli altri, gli europei. Che garantiscano e non si impiccino. L’abbiamo estesa non poco la nostra sovranità,fino ai soldi degli altri.
Autonomi e sovrani nelle decisioni e volontà, qualunque esse siano, anche le centinaia di miliardi promessi in campagna elettorale e magari votati al seggio. Ma europei, europeissimi, mondiali se serve quando si tratta di chiedere, anzi esigere che Germania e Francia e gli altri sottoscrivano bond europei appunto per finanziare nostra spesa pubblica. Ed europei, europeissimi a chiedere, anzi esigere, che Bce compri all’infinito i nostri titoli di debito, le nostre cambiali. E che siano comprare anche con i soldi dei francesi, tedeschi, spagnoli, olandesi…Allora, quando ci comprano e scontano le cambiali, non ci offendiamo per la sovranità violata.
Più o meno la stessa cosa che da individui facciamo con lo Stato lo facciamo come comunità nazionale verso l’Europa. Il cittadino standard italiano vuole, esige, prega, intima allo Stato di starsene fuori dalle scatole, lontano dai fatti suoi, inviolabili e autonomi. La politica stia fuori e lo Stato lontano è un sentir comune quasi plebiscitario. Fuori e lontano…A meno che non si tratti di prendere un finanziamento, ricevere una sovvenzione, dover essere in qualche modo assistiti perché una fabbrica chiude o un palazzo crolla o un fiume esonda. Quando va bene, gelosissimi delle sovranità individuale. Quando va male, peste e corna allo Stato se “ci lascia soli”.
Questa nostra etica pubblica ha figliato sia dignità nazionale far debiti con i soldi degli altri. Agli italiani non far sapere mai, mai più che questa pretesa abbiamo messo in sovranità nazionale. E poi chi saranno mai questo Juncker e questa Ue…manco avessimo una moneta e una Banca centrale in comune.