ROMA – Fanpage galoppa: uno vede il terzo dei video reso pubblico da quelli di Fanpage che l’hanno girato e vede la valigetta dei 50 mila euro, vede e sente la trattativa sui soldi, l’appalto, la stecca…Uno vede e non può che dire che l’inchiesta Fanpage galoppa sul cavallo dell’evidenza. Anche fossero filmati montati e organizzati in sceneggiatura, c’è un’evidenza che regge e stramazza tutti i se e tutti i ma.
Consip zoppica, l’inchiesta che doveva inchiodare famiglia Renzi invece con tutta evidenza evidenza non ha cui appoggiarsi. Se non quella di cinque episodi acclarati di depistaggio. Depistaggio da parte di chi indagava, non da parte degli indagati. Depistaggio e rifornimento in diretta alla stampa amica delle notizie relative alle indagini, in modo da fare circuito di auto-sostegno tra giornale che “conferma” indagine e indagine che “conferma” giornale.
Insomma due storie giudiziarie, giornalistiche e politiche. L’una sembra robusta e in salute, fondata su dati di fatto, suffragata da evidenze. L’altra appare taroccata nella conduzione e probabilmente perfino nelle iniziali intenzioni.
Eppure queste due inchieste che appaiono così lontane l’una dall’altra nella loro consistenza e soprattutto genuinità sono figlie della stessa covata. Stessa città, stesso Palazzo di Giustizia, medesima Procura e medesimi magistrati. E medesima “famiglia” giornalistica: Fatto Quotidiano a Fanpage condividono usi e costumi di informazione, probabilmente anche valori e obiettivi.
Non tutte le uova della stessa covata si schiudono per far uscire pulcini ciascuno uguale all’altro. Ci può essere il cigno nero, il calimero. Accade in natura, figuriamoci se non possa accadere nell’habitat umano. E non tutte le ciambelle riescono col buco, niente di strano.
Però incuriosisce che impastando con la stessa farina, stesse uova, stesso lievito, stessa acqua, stessa mozzarella, stesso fuoco, stesso pomodoro e stessa mano nello stesso forno una volta esca una pizza bio e un’altra volta una pizza fatta di plastica. Curioso…