ROMA- Roberta Lombardi, neo capogruppo alla Camera di M5S, non ha fatto “apologia di fascismo”, non ne aveva né intenzione né motivo. Ha fatto invece serena e spontanea professione di ignoranza. Per dirla alla buona, “ha aperto bocca e le ha dato fiato”. Che sia accaduto per via di blog non cambia la natura, l’essenza della chiacchiera messa in circolo: da cortile, al massimo da balcone, se si viole essere indulgenti da fila alla cassa del supermarket.
“Prima che degenerasse il fascismo aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello Stato e la tutela della famiglia…”. Ma che dice la Lombardi? Le sue frasi sono uno sbilenco puzzle assemblato con i pezzi di scatole diverse tra loro. Non ci sono fatti, non c’è logica, non c’è storia nella sequenza concettualmente sgrammaticata della Lombardi. Degenerato il fascismo? Quando degenerò? Fino a quando era “buono”? “Senso dello Stato”? Cioè militarismo, imperialismo, repressione e controllo sono “senso dello Stato”? E per una di M5S? “Tutela della famiglia”? Tutela della famiglia la politica dei tanti figli, della natalità da premiare per fare “otto milioni di baionette”? Tutela della famiglia la condizione legalmente e culturalmente subalterna delle donne?
Grillo perdonala perché letteralmente non sa quel che dice. E perdoniamola tutti noi Roberta Lombardi. Impartendole però una sola assoluta penitenza: legga qualche libro prima di parlare, qualche libro vero, magari di storia. Legga, studi la Lombardi. Prima che qualcuno, dio non voglia, debba o possa scrivere domani “prima che M5S degenerasse…”.