
ROMA – Syriza ha fatto (in 24 ore, in questo la Grecia ci dà una “pista”…) il governo con Anel. Tradotto in italiano, traslato nella politica italiana, è esattamente come se il Pd di Bersani avesse fatto in 24 ore un governo con la Lega di Salvini. Il Pd di Bersani, beninteso. Quello di Bersani e di Fassina, quello di Cuperlo e della Camusso, di Epifani e Cofferati, di D’Alema e Bindi. Ecco, proprio come se quel Pd vero e genuino prima della “mutazione renziana” avesse fatto dopo le elezioni un governo con Salvini e anche Borghezio. Un governo 24 ore dopo il voto e un accordo due mesi prima del voto tra Bersani e Salvini, ministri di Salvini nel governo di Bersani. Sembra una parodia, ma non lo è. Ci vuole una dose di umorismo per immaginare la scena, ma è solo la realtà che come talvolta le accade è più comica dell’immaginazione. E poi prendiamola con un sorriso perché a prenderla troppo sul serio c’è da sospirare di rassegnazione.
Governo Bersani-Salvini, questa la versione italiana dell’accordo di governo greco tra Siryza e Anel. Pippo Civati dice che no, che l’immagine giusta sarebbe quella di un governo Pd-M5S. Ma Anel in Grecia è M5S in Italia? Dunque Anel è un partito che si è staccato a destra dal partito conservatore di Samaras. Facciamo che il partito di Samaras, Nuova Democrazia, è un po’ come Forza Italia e un po’ come la vecchia Dc? Non è esatto ma facciamo, e allora An El chi è: un nuovo Msi? Non proprio. Anel è contro gli immigrati, è per buttare fuori dai confini tutti gli irregolari e clandestini e per bloccare poi quei confini e far passare immigrati con il contagocce. Anel è fieramente e orgogliosamente anti gay, figurarsi i matrimoni omosessuali. Anel è non solo anti euro. Dall’euro e dall’Europa Anel uscirebbe domattina, anzi ieri. Anel per bocca del suo leader dice che “gli ebrei pagano meno tasse degli altri”. Anel è iper osservante e zelante nei confronti della Chiesa ortodossa. I ministri di Anel, parola del leader, giureranno la mano sulla Bibbia e non sulla Costituzione.
Risulta a Civati che M5S sia anti gay, anti ebrei, anti immigrazione e iper cattolico tradizionalista? A noi non risulta, quindi Civati racconta una bugia quando paragona Anel a M5S. Si può capire il povero Civati. Lui e tanti altri che trovano bestemmia e blasfemia i patti Renzi-Berlusconi, lui e tanti altri che individuano in quel patto il rapporto tra il “maligno e il suo figlioccio”, come si mettono, che possa assumono nell’applaudire, guardare in amoroso tralice Tsipras che fa non un patto ma un governo con l’equivalente italiano di Salvini? Prendiamola a ridere perché a prenderli sul serio…Eppure è pieno di gente che si prende maledettamente sul serio quando giudica corruzione dell’etica e della società il patto del Nazareno, gli stessi però con Berlusconi ci avevano fatto un governo, quelli di Berlusconi erano dentro il governo. Ma era il governo di Enrico Letta, subito ma anche benedetto da Bersani. Il governo contro cui la Cgil non fece scioperi, il governo contro cui la minoranza del Pd…non c’era, non pervenuta allora.
Dice, ma povero Tsipras, ha mancato la maggioranza assoluta per due seggi. A 149 ci è arrivato comunque con il premio di maggioranza in seggi al Parlamento, premio ottenuto con il 36 per cento dei voti, due cose, il premio e la percentuale, che in Italia incontrano la fiera e indignata opposizione dei festeggianti la vittoria di Tsipras, da Vendola a D’Alema passando per il suddetto Civati…Dice, povero Tsipras, che doveva fare, è stato costretto a cercare un alleato. Costretto mica tanto. Poteva provare ad allearsi con i comunisti greci che pure in Parlamento sono entrati. Difficile, là i comunisti sono rimasti più o meno a Stalin. Dunque, niente comunisti per impraticabilità di campo. Allora allearsi con i resti del Pasok, il partito socialista greco? No, Pasok in Grecia è sinonimo di “quelli di prima”, quindi niente socialisti. C’erano i liberal democratici di Potami, questi erano alleati possibili. Ma avevano agli occhi di Tsipras un difetto: non praticano il culto della maledizione dell’euro e dell’Europa. Questo loro non essere anti Europa li ha resi al calcolo di Tsipras peggiori alleati di quanto non sian gli anti gay, ebrei, immigrati e baciapile di Anel.
Se li è scelti Tsipras, non ci è stato costretto. Aveva altra alternativa e ha preferito il Salvini locale e il suo partito. Anzi quell’alleanza è parte integrante di una strategia della “faccia feroce” all’Europa, questo lo dicono tutti. Quello che non dice nessuno è che questa alleanza sussurra qualcosa anche della identità politica/sociale/valoriale della “rossa” Syriza. Passata dal cinque al 36 per cento perché votata in massa dal ceto medio impoverito e dai dipendenti pubblici non più garantiti. Gruppi sociali che come esperienza storica insegna non fanno gran fatica a quotare basso sul mercato dei valori e convenienze gli interessi di immigrati, gay, ebrei, atei, laici…La piccola e media borghesia terrorizzata e torturata dal peggioramento delle condizioni economiche è sempre stata la forza d’urto, la truppa d’assalto dell’antiparlamentarsismo, dell’antipolitica, dell’autoritarismo. Dicono Syriza abbia ereditato l’elettorato del Pasok, dicono che il Pasok fosse sinonimo di clientelismo di massa e sono gli stessi che dicono entrambe le cose. Di certo Syriza, il fenomeno Siryza come quello di Podemos in Spagna ed M5S in Italia, non è sinistra o almeno non solo sinistra e non proprio sinistra politica e sociale. Sono altro, sono miscele di nazionalismo, democrazia diretta, populismo, peronismo…Tutto questo e di più e di nuovo e di antico mescolato.
Ma prendiamola un po’ a ridere quando il nostro comico paese neanche si pone il problema di cosa sia Syriza, ha vinto, che vuoi sapere di più? Ha vinto e con Tsipras il minuto dopo la vittoria sono Fitto l’oppositore da destra di Berlusconi e Vendola l’oppositire da sinistra di Renzi. Con Tsipras sono Renzi e pure Cofferati. Con Tsipras si congratula Slavini e pure la Le Pen e la minoranza e la maggioranza Pd. Di Tsipras parlano un gran bene a M5S e di Tsipras si rallegra Farage. In Italia e in Europa siam tutti Tsipras. I politici, i partiti, la televisione, i giornali…tutti con al collo il cartello manifesto: je suis, io sono, i am Tsipras.
Un colossale millefoglie composto a strati sovrapposti e comunicanti di diverse ma convergenti ipocrisie? Sì, ma anche qualcosa di più profondo che prenderlo un po’ a ridere è tosta assai. Dietro al tutti con Tsipras c’ è come molla emotiva e ormai ideologica la convinzione, la percezione che l’Europa, la Unione Europea, l’euro hanno “tolto” ai popoli ciò che i popoli avevano. E che quindi ora si tratti finalmente o di liberarsi dell’Europa o di avere un’Europa finalmente libera. E Tsipras è felicemente al crocevia del bivio, in splendida ambiguità. Di qui il fascino che esercita, di qui la coerenza dell’alleanza con la destra anti euro e anche anti gay, ebrei e immigrati. Questa dell’Europa che ci ha “tolto” è ormai l’ideologia e la vulgata.
Andrebbe allora ricordato che nel 2007 un sistema socio economico basato sul debito e sul deficit (entrambi alimentavano la finanza e la speculazione finanziaria e anche il welfare e la clientela) cominciò a fare letteralmente bancarotta. I pezzi di carta, i soldi, non corrispondevano a ricchezza reale, stavano tornado pezzi di carta. Allora gli Stati, i governi di Usa e Europa, l’Unione Europea scelsero per fortuna di tutti di non fare come nel 1929. Non fu fatto fallire il sistema finanziario e del credito, non furono fatte fallire le banche, la gente, i popoli, non furono messi di fronte a bancomat vuoti e muti e a sparizione del valore dei loro risparmi e patrimoni. Il sistema del debito e deficit era fallito ma Usa e Europa si accollavano il costo dell’impedire la gente si buttasse dal balcone, dell’impedire il crollo a zero di decine di milioni di redditi e patrimoni. Il costo di questo impedire fu pubblico, a carico dei pubblici bilanci e della collettività. Come è giusto che fosse, come è sano che sia stato. Il sistema del debito e del deficit fallito non ci ha trascinato in miseria perché abbiamo pagato e stiamo pagando un po’ tutti il costo di non rifare il 1929.
L’Europa che ci ha “tolto” qualcosa ci ha lasciato molto di quello che ci veniva dal lavoro, dai diritti, dalle conquiste sociali ma anche e parecchio dal debito e dal deficit. Ecco, ora dimenticare, cancellare, ignorare la storia socio economica degli ultimi dieci anni, raccontarsi che l’Europa ci ha solo “tolto” e ci ha “tolto” quel che era nostro per diritto di natura attesta, maledettamente attesta una gran voglia di tornare al sistema del debito e del deficit. Quello che alla fine scoppia, esplode e la gente si ritrova non con meno pensione o salario ma senza pensione e salario. Ecco, Tsipras è lì, al crocevia del bivio, in splendida ambiguità: con una mano indica l’Europa finalmente libera ma ha nel cuore la nostalgia matta di quando si faceva debito e deficit e chi se ne frega, qualcuno pagherà.